Kobe e Gianna Bryant, i corpi restituiti alle famiglie

Kobe e Gianna Bryant, i corpi restituiti alle famiglie
Kobe Bryant e la figlia Gianna, entrambi hanno perso la vita in un incidente aereo
5 febbraio 2020

I corpi di Kobe Bryant, della figlia Gianna Maria e delle altre sette persone che hanno perso la vita nell’incidente in elicottero del 26 gennaio scorso sono stati restituiti alle famiglie. Lo ha comunicato l’ufficio del medico legale della contea di Los Angeles mentre continua l’indagine sull’incidente del National Transportation Safety Board. Intanto, va all’asta il tabellino degli 81 di Kobe Bryant. È già possibile fare la propria offerta (in 15 hanno già rilanciato) e nel giro di poche ore dalla base d’asta iniziale di 1.000 dollari si è già arrivati a 6.500: l’oggetto in palio è un documento a suo modo storico per ogni tifoso di pallacanestro, ovvero il tabellino della gara tra Los Angeles Lakers e Toronto Raptors disputata il 22 gennaio 2006 allo Staples Center, passata alla storia per gli 81 punti di Kobe Bryant, la seconda miglior prestazione di sempre nella NBA.

Un tabellino autografato di proprio pugno – grazie a una penna (blu) prestatagli da un ballboy – dall’allora n°8 gialloviola nel dopo partita, anche se poi (nel 2016) lo stesso Bryant ha voluto aggiungere sullo stesso foglio l’altro numero (il 24) della sua carriera, in calce alla precedente firma. La superstar dei Lakers in quella serata ha vergato una delle pagine più leggendarie della sua carriera e della sua vita, una vita purtroppo bruscamente interrottasi il 26 gennaio – pochi giorni dopo il 14° anniversario di quella gara – nella tragedia che ha visto coinvolti anche la figlia Gigi e altre sette persone. Per questo una percentuale del denaro ricavato dalla vendita all’asta del prezioso cimelio verrà destinato proprio alla fondazione appositamente istituita da Vanessa Bryant dopo la scomparsa del marito (Mamba On Three Fund) e pensata per raccoglie denaro da destinare alle famiglie delle altre sette vittime coinvolte. L’asta resterà aperta almeno fino a fine febbraio: un’occasione per tutti i (facoltosi) tifosi per rendersi protagonisti di un gesto di generosità verso le vittime meno “conosciute” della tremenda tragedia di Calabasas.

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