L’elicottero con Bryant non poteva volare nella nebbia

L’elicottero con Bryant non poteva volare nella nebbia
Kobe Bryant
31 gennaio 2020

L’elicottero in cui hanno perso la vita Kobe Bryant, la figlia Gianna Maria e altre sette persone non poteva volare in condizioni di scarsa visibilità. La Island Express Helicopters, proprietaria del Sikorsky S-76B è certificata solo per operare secondo le regole del volo visivo, con almeno tre miglia di visibilità e un tetto di nuvole non inferiore ai 1.000 piedi dal suolo. La compagnia, invece, non aveva la certificazione per il volo strumentale. Secondo il New York Times, l’elicottero su cui si trovava Kobe Bryant aveva a bordo strumenti sofisticati che la Federal Aviation Administration aveva approvato per il volo stru%20Bryantmentale e anche il pilota Ara Zobayan aveva l’abilitazione per questo tipo di volo.

Tuttavia, a causa delle limitazioni imposte dalla Federal Aviation Administration per operare con il trasporto di passeggeri a noleggio, gli era richiesto di seguire le regole del volo visivo. Nessuno degli operatori charter di norma affronta le spese e complicazioni per avere la certificazione per il volo strumentale, in parte perché normalmente e’ semplice navigare a bassa quota nel sud della California visto il tempo in genere soleggiato. Jeanie Buss, proprietaria e presidente dei Los Angeles Lakers, su Instagram ha rivolto questo messaggio al campione scomparso: “Kobe, non so come esprimere cosa hai significato per me, la mia famiglia e i Los Angeles Lakers. Mio padre ti amava come un figlio, eravamo una famiglia, Quando mi hai invitato a pranzo poco dopo la morte di mio padre, stavo cercando di trovare le motivazioni per rialzarmi. Hai portato Gianna, per farle trascorrere un po’ di tempo con me. Hai spiegato che volessi mostrarle che le donne possono essere leader nella NBA, proprio come gli uomini. Inizialmente, sembrava il gesto di un padre devoto che vuole dare l’esempio a sua figlia. Ma in realtà – e sono sicura che tu sapessi esattamente ciò che stessi facendo – volevi darmi l’ispirazione e la forza che stavo cercando”.

Leggi anche:
La Giulietta di Enrico Mattei esposta di fronte a Palazzo Chigi

E mentre le indagini vanno avanti, lo Staples Center e la Mamba Sports Academy continuano ad essere luoghi di pellegrinaggio per le migliaia di fans di Bryant. Questa notte la casa delle due squadre di Los Angeles ha riaperto al basket per la prima volta dopo la tragedia. In campo sono scesi i Clippers, sconfitti però dai Sacramento King, domani toccherà ai Lakers contro i Portland Trail Blazers. I gialloviola provano a tornare alla normalità e coach Vogel spera che la “terapia del lavoro” possa liberare la mente dei suoi ragazzi.

“Ci stiamo concentrando sul lavoro. Stiamo cercando di trovare il giusto equilibrio per far stare bene i ragazzi. Oggi ci siamo allenati all’aperto, non è a prima volta che accade, ma è meglio allenarsi alla luce del sole”. LeBron James e compagni dopo la sessione di allenamento hanno svolto una sessione tattica. Per i Lakers, che dominano la Western Conference (36-10), l’obiettivo rimane lo stesso dell’inizio della stagione con l’arrivo di Anthony Davis per sostenere LeBron James: vincere il 17esimo titolo NBA, dieci anni dopo l’ultimo raccolto con Kobe Bryant. Contro Portland, però, dovranno essere più forti delle loro emozioni e onorare al meglio il Black Mamba.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti