La cena dei veleni a casa Berlusconi. Oggi vertice ad Arcore

24 marzo 2014

Stasera vertice ad Arcore per provare a mettere pace tra Barbara e Marina. Scajola attacca il “cerchio magico”: “Silvio sta troppo chiuso in casa con loro”

Silvio Berlusconi, in cuor suo, rimpiange l’autunno del 2013. Quando l’unico dualismo nell’allora Pdl era quello tra “falchi” e “colombe”. Che sembrava essersi risolto, seppur in modo traumatico, con la scissione alfaniana. Da allora, però, le cose sono addirittura peggiorate. Il ritorno a Forza Italia e l’approssimarsi delle Europee ha ulteriormente “balcanizzato” il partito. E stavolta le divisioni non sono solo tra esponenti politici, complice la mancata nomina di un ufficio di presidenza che sarebbe stato il luogo più naturale per discutere. Ma sono sconfinate persino in famiglia. I fatti sono noti: l’ex premier, impossibilitato a candidarsi per Strasburgo a causa dei due anni di interdizione dai pubblici uffici, avrebbe sondato la disponibilità alla “discesa in campo” dei figli Marina e Pier Silvio.

Visto il rifiuto degli eredi di primo letto, è stata Barbara a farsi avanti. Scatenando la furia specialmente di Marina, che ha visto nell’intraprendenza della sorellastra l’ennesimo tentativo di riposizionamento nell’impero berlusconiano. In un dualismo che, tra alti e bassi, va avanti almeno dal 2009, quando la giovane Barbara in un’intervista a Vanity Fair , si autocandidò alla guida di Mondadori, poltrona già occupata proprio da Marina. Anche per evitare queste turbolenze l’ex premier, nel corso della convention dei club Forza Silvio tenutasi sabato a Roma, ha frenato sull’ipotesi della candidatura delle figlie e ha convocato per ieri un pranzo di famiglia per provare a riportare armonia tra gli eredi. Poi, però, Berlusconi ha preferito rinviare ancora una volta la resa dei conti che si è spostata a stasera, quando ad Arcore si terrà l’abituale “gabinetto” con tutti i dirigenti della galassia aziendale. Compresi, quindi, i figli.

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Messa a tacere, al momento, la faida familiare, continua a infiammarsi quella interna al partito. Che vede contrapposto il “cerchio magico” Rossi-Pascale (vicino ai nuovi dirigenti Toti e Fiori) e gli esponenti della vecchia guardia. Con Fitto che rimane in silenzio in attesa del via libera alla sua candidatura, ieri a tornare sulla faccenda in pubblico, in modi anche piuttosto rudi, è stato Claudio Scajola. “Se non fossi candidato alle Europee vorrei un confronto pubblico per capirne le motivazioni” ha spiegato l’ex ministro a Sky Tg24 . Aggiungendo una serie di allusioni al “cerchio magico” che indirizzerebbe le scelte del Cavaliere. “Conosco Maria Rosaria Rossi e la Pascale – ha detto Scajola – la prima è molto intelligente e brillante, la seconda invece l’ho conosciuta quando si occupava solo di politica napoletana. In questa fase Berlusconi si trova molto chiuso in casa e trova conforto in alcune persone. È troppo chiuso con queste persone, sarebbe meglio se ci fossero organismi in cui confrontarsi”.

Le parole di Matteoli trovano sponda in una Mara Carfagna particolarmente loquace negli ultimi giorni: “Chi porta consenso e può contribuire a un ottimo risultato non può essere escluso dalle liste” dice in un’intervista al Mattino , prima di riportare il nodo sulla “creazione di una nuova classe dirigente”. Ma, da quel punto di vista, Berlusconi continua a nicchiare. Più che sul partito, le sue attenzioni sono concentrate sul 10 aprile, la data in cui dovrebbe conoscere il suo destino “giudiziario”: domiciliari, servizi sociali o semilibertà. Prima di allora, nessuna decisione sarà presa. Tanto più che il limite per presentare le liste per Strasburgo cade solo cinque giorni dopo.

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