La Cgil annuncia sciopero generale, ancora di venerdì. Meloni ironizza: “Weekend lungo”

Maurizio Landini

Maurizio Landini

Per l’ennesima volta un venerdì. La CGIL ha indetto uno sciopero generale nazionale per il 12 dicembre, scelta calendariale immediatamente bollata come strategia del “weekend lungo” dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?”, ha chiesto con sarcasmo la Premier sui social, replicando una polemica già sollevata per l’analoga mobilitazione del 19 settembre.

La reazione del governo è stata immediata e univoca. Il vicepremier Matteo Salvini ha invitato il segretario della CGIL Maurizio Landini a “rinunciare al weekend lungo”. La vicesegretaria di Forza Italia Deborah Bergamini, in una nota, ha parlato di “costante tentativo da parte di Landini di bloccare il Paese”, definendo la sua una rappresentanza “veicolo di scontro sociale”.

La replica di Landini

“Queste due persone non sanno di quello che parlano, dovrebbero avere rispetto”, ha ribattuto Landini a Meloni e Salvini, intervistato dal Tg3. Il segretario ha rimarcato il sacrificio dei lavoratori: “Quando una persona sciopera rinuncia al proprio stipendio, non è gratis. Quelli che sciopereranno sono quelli che pagano le tasse ed anche il loro stipendio”.

Obiettivi della mobilitazione

La protesta, decisa dall’assemblea nazionale al Mandela Forum di Firenze, è ufficialmente contro la legge di Bilancio 2026, giudicata “ingiusta e sbagliata”. Landini ha denunciato la mancata risposta all’“emergenza salari”. Fulvio Fammoni ha citato a supporto le critiche espresse in audizione parlamentare da Banca d’Italia e Istat. Oltre alla manovra, lo sciopero sostiene il rinnovo dei contratti collettivi in settori come farmacie, igiene ambientale e telecomunicazioni.

Le opposizioni con il sindacato

Dall’altra parte dell’emiciclo, le opposizioni sostengono la mobilitazione. La senatrice del M5S Barbara Floridia ha attaccato personalmente Meloni: “Forse non sa che molti lavorano anche il sabato” e che scioperare “non è una scampagnata ma l’unico modo per farsi ascoltare”. La polarizzazione attorno alla data e alle modalità della protesta segna così un nuovo capitolo nel conflitto sociale.