La Francia accusa l’Italia di dumping fiscale. E Palazzo Chigi replica: “Credibilità, non favoritismi”

François Bayrou riapre il dibattito sulla concorrenza tributaria europea. Roma risponde a muso duro e rilancia l’offensiva sui veri paradisi fiscali europei. Tensioni diplomatiche alle stelle mentre Parigi rischia la nona crisi di governo.

François Bayrou e Giorgia Meloni

François Bayrou e Giorgia Meloni

Le tensioni tra Italia e Francia tornano a infiammarsi sul fronte fiscale. François Bayrou, primo ministro francese in bilico per il voto di fiducia dell’8 settembre, ha lanciato un attacco diretto contro Roma, accusando il governo Meloni di praticare “dumping fiscale” per attrarre i contribuenti più facoltosi. Una mossa che ha scatenato la replica immediata di Palazzo Chigi, che definisce le affermazioni “totalmente infondate” e rilancia l’offensiva sui veri paradisi fiscali europei.

Le accuse di Bayrou: “Nomadismo fiscale italiano”

Nell’intervista rilasciata a quattro reti televisive francesi, Bayrou ha puntato il dito contro le politiche italiane destinate “ai più ricchi”, sostenendo che questi provvedimenti favoriscono il trasferimento di residenza fiscale. “Ormai c’è una specie di nomadismo fiscale e ognuno si trasferisce dove è più conveniente”, ha dichiarato il premier transalpino, citando esplicitamente l’Italia tra i Paesi che attuano queste strategie.

Il timing delle dichiarazioni non è casuale: Bayrou si prepara ad affrontare un voto di fiducia che potrebbe far cadere il suo governo e innescare la nona crisi politica francese. Una situazione resa ancora più delicata dalla necessità di interventi drastici per contenere il sovraindebitamento pubblico francese. La definizione tecnica di dumping fiscale si applica proprio a questo scenario: l’adozione di un sistema di tassazione più vantaggioso per attrarre investimenti e imprese straniere, creando disparità competitive con altre nazioni. In pratica, un Paese riduce le aliquote fiscali per rendersi più attrattivo, consentendo alle società di beneficiare di un carico fiscale inferiore.

La replica di Roma: “Credibilità, non favoritismi”

La risposta di Palazzo Chigi non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, il governo italiano ha respinto categoricamente le accuse francesi, sottolineando come “l’economia italiana sia attrattiva e vada meglio di altre grazie alla stabilità e credibilità della nostra Nazione”. Una precisazione che suona come una stilettata alla Francia, alle prese con una crisi politica che minaccia la stabilità dell’esecutivo.

Roma ha inoltre fornito dati concreti per confutare le accuse: “L’Italia non applica politiche di immotivato favore fiscale per attrarre aziende europee e, con questo Governo, ha addirittura raddoppiato l’onere fiscale forfettario in vigore dal 2016 a carico delle persone fisiche che trasferiscono la residenza in Italia”.

Il contrattacco sui paradisi fiscali europei

Ma è nel finale della nota che emerge la strategia comunicativa più incisiva del governo Meloni. Palazzo Chigi ribalta l’accusa e punta il dito contro i “cosiddetti paradisi fiscali europei”, che “sottraggono alle nostre casse pubbliche ingenti risorse”. Un riferimento neanche troppo velato a Paesi come Lussemburgo, Irlanda e Olanda, che da anni applicano regimi fiscali particolarmente vantaggiosi.

“L’Italia è piuttosto, da molti anni, penalizzata” da questi Stati, prosegue la nota, lanciando una sfida diretta a Parigi: “Confidiamo che, dopo queste affermazioni del suo primo ministro, la Francia voglia finalmente unirsi all’Italia per intervenire in sede di Unione Europea contro quegli Stati membri che applicano da sempre un sistematico dumping fiscale”.

Nuova escalation diplomatica

Le parole di Bayrou rischiano di riaccendere le tensioni diplomatiche tra Roma e Parigi, già messe a dura prova da precedenti frizioni. Il riferimento va al caso Salvini e alla questione dei soldati in Ucraina, episodi che hanno segnato momenti di gelo nei rapporti bilaterali.

La scelta del premier francese di attaccare l’Italia proprio alla vigilia del voto di fiducia appare come una mossa tattica per distogliere l’attenzione dalle difficoltà interne. Il governo Bayrou, infatti, si trova in una posizione estremamente precisa, con il rischio concreto di una caduta che porterebbe alla nona crisi politica francese.

Il contesto europeo della competizione fiscale

La disputa italo-francese si inserisce in un quadro più ampio di competizione fiscale europea, dove diversi Stati membri applicano strategie differenziate per attrarre capitali e investimenti. Mentre alcuni Paesi, come l’Italia, vengono accusati di favorire i trasferimenti di residenza, altri mantengono regimi strutturalmente più vantaggiosi senza ricevere analoghe critiche.

La questione del “nomadismo fiscale” citata da Bayrou rappresenta un fenomeno reale nell’Unione Europea, dove la libera circolazione di capitali e persone consente scelte strategiche in base alla convenienza tributaria. Tuttavia, distinguere tra legittima concorrenza fiscale e dumping sleale resta una sfida interpretativa complessa.

Verso una battaglia in sede Ue

La risposta italiana apre scenari interessanti per i futuri equilibri europei. La proposta di un’alleanza italo-francese contro i paradisi fiscali europei potrebbe trovare terreno fertile, considerando le pressioni crescenti per un’armonizzazione fiscale continentale. Tuttavia, il timing della controversia, con la Francia in piena crisi politica e l’Italia in una fase di relativa stabilità, potrebbe complicare qualsiasi iniziativa diplomatica congiunta. La credibilità negoziale di Parigi risulta inevitabilmente indebolita dall’incertezza politica interna.

Le reazioni

In un’intervista esclusiva che vedrà la luce domani sul quotidiano Il Messaggero, il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, non risparmia parole forti per rispondere alle dichiarazioni del Premier francese François Bayrou, il quale ha accusato l’Italia di pratiche di “dumping fiscale”. Tajani si dice sbalordito, definendo le affermazioni di Bayrou come il risultato di un “ragionamento totalmente sbagliato”.

Il Ministro sottolinea che l’Italia non sta seguendo un percorso di aggressione fiscale nei confronti degli altri paesi europei. “Il nostro successo economico e la stabilità politica non sono frutto di manovre sleali”, afferma Tajani. “Ci sono altri veri paradisi fiscali in Europa, e le anomalie all’interno dell’Unione Europea richiedono attenzione e correzione.” In un comunicato, la Lega ha definito le dichiarazioni di Bayrou come “un grave e inaccettabile attacco all’Italia, ai suoi imprenditori e ai suoi lavoratori”. La nota prosegue, affermando che l’Italia preferisce “lavorare piuttosto che alimentare polemiche”.

Matteo Renzi, ex premier e leader del Partito Democratico, è tornato a far sentire la sua voce. “Le politiche che Bayrou chiama dumping fiscale sono scelte fatte dal mio Governo nel 2016. Il mio amico François evidentemente non è informato”, ha dichiarato Renzi, rimarcando la paternità delle politiche fiscali attaccate da Bayrou. “Il dumping non lo fa l’Italia. Il Governo francese impari a riconoscere gli alleati dai nemici.”

La deputata Deborah Bergamini, vice segretaria nazionale e responsabile Esteri di Forza Italia, ha commentato le affermazioni di Bayrou, affermando che “non sono supportate dai fatti”. Bergamini ha evidenziato l’importanza di affrontare le criticità politiche senza sollevare suggestioni ostili contro i partner europei. “L’Italia continua a lavorare per una maggiore integrazione europea, in un momento geopolitico così difficile”, ha concluso.