L’affondo dell’Ance: Finanziaria spot e imprese ‘affogate’ dai crediti

L’affondo dell’Ance: Finanziaria spot e imprese ‘affogate’ dai crediti
16 febbraio 2016

Il mercato degli appalti crolla in Sicilia quasi dell’80% e le imprese edili da anni sono creditrici di circa 500 milioni di euro per lavori eseguiti per conto delle pubbliche amministrazioni, ma il governo regionale e la maggioranza all’Ars “hanno fatto una scelta incomprensibile”, per l’Ance Sicilia: nella Legge di stabilita’ hanno impegnato quasi tutte le risorse per garantire “un sussidio assistenziale al bacino elettorale di decine di migliaia di precari e non hanno stanziato nulla per nuovi investimenti produttivi e per le infrastrutture, per l’avvio dei cantieri gia’ finanziati da anni, per riformare le stazioni appaltanti”, le cui commissioni aggiudicatrici in oltre il 50% dei casi impiegano in media piu’ di un anno ad aggiudicare le gare, ne’ interventi per sbloccare i pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni con le imprese che finora ne hanno garantito il funzionamento. La Sicilia e’ al quarto posto fra le regioni con i maggiori ritardi di pagamento (117 giorni di media, con punte fino a mille giorni).

In Italia, fra i 300 enti pubblici virtuosi che pagano piu’ fatture e rispettano i 30 giorni della direttiva europea, sulla piattaforma del ministero dell’Economia allo scorso 30 novembre figuravano solo cinque amministrazioni siciliane: al 36esimo posto il Comune di Mascalucia (83% in 13,86 giorni); al 129esimo posto la Provincia regionale di Trapani (78% in 29,83 giorni); al 172esimo posto il ministero dell’Interno a Enna (84% in 39,54 giorni); al 222esimo il Comune di Bronte (67% in 46,67 giorni); e al 255esimo posto il ministero della Giustizia a Palermo (64% in 14,64 giorni). E sulla stessa piattaforma del ministero sono diverse centinaia gli enti pubblici siciliani, compresi la Regione e i suoi Dipartimenti, che, pur avendo certificato le fatture registrate elettronicamente dalle imprese, sono in forte ritardo nell’erogazione del dovuto o che non rispondono alle istanze di pagamento nei 30 giorni di legge. “La conseguenza di questo atteggiamento nei confronti di chi lavora – commenta Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia – e’ che nel 2015 una impresa edile su quattro ha chiuso battenti e le altre hanno ridotto il personale e hanno cominciato il 2016 avendo gia’ esaurito ogni possibilita’ di ulteriore anticipazione bancaria. Se la Finanziaria regionale non interverra’ con risorse e procedure coercitive nei confronti degli assessorati regionali e degli enti locali per sbloccare gli investimenti e i pagamenti, nel corso dell’anno assisteremo aì un’ecatombe nel settore delle costruzioni. Essendo palese che i nostri politici ormai ragionano solo in funzione delle prossime urne, c’e’ da chiedersi: hanno calcolato il peso elettorale dei soliti beneficiati e quello delle centinaia di migliaia di danneggiati ed esasperati da questa miope strategia?”.

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