Le mascherine ora sono hitech: traducono e misurano l’ossigeno

21 ottobre 2020

Mascherine che purificano l’aria, monitorano i parametri vitali e traducono in altre lingue. La pandemia di coronavirus ha fatto diventare di uso comune le protezioni per il viso in tutto il mondo e ha stimolato le aziende tecnologiche ad inventare modelli insoliti, ad alto potenziale hitech e con accessori di ogni tipo. Questa è C-face, creata dalla startup giapponese Donut Robotics. È in grado di collegarsi via bluetooth allo smartphone. Grazie all’app dedicata, quando si parla con indosso la mascherina il discorso viene trasformato in testo ed inviato ad altri utenti, lontani fino a 10 metri. Inoltre può tradurre dal giapponese in inglese, coreano e altre lingue.

“Nonostante il coronavirus ogni tanto abbiamo necessità di incontrare le persone faccia a faccia, e con questa mascherina possiamo comunque mantenere la distanza di sicurezza di due metri” ha spiegato il ceo di Donut Robotics Taisuke Ono. Il dispositivo è in silicone e non protegge quindi dal virus, ma va indossato sopra una classica chirurgica. Quest’altra mascherina creata invece a Singapore è stata pensata per aiutare i dottori a visitare i pazienti contagiati senza rischiare di ammalarsi: misura i parametri vitali come temperatura, battito cardiaco, pressione, livello dell’ossigeno nel sangue e li invia ad un dispositivo.

“Speriamo possa essere usata per segnalare i primi sintomi di una infezione e avvisare cos’ le persone che devono vedere un dottore il più presto possibile”, ha sottolineato il co-inventore Loh Xian Jun. La mascherina tech inventata da LG Electronics invece si ispira ai depuratori domestici ed è in grado di purificare l’aria dallo smog trattenendo le particelle nocive.

Leggi anche:
Napoli, nave contro banchina: almeno 30 feriti, 1 codice rosso
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti