Le Procure: “Passo in avanti”. La famiglia Regeni: “Siamo indignati”

Le Procure: “Passo in avanti”. La famiglia Regeni: “Siamo indignati”
Il ricercatore italiano, Giulio Regeni
15 agosto 2017

Ancora misteri e polemiche sulla morte del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni. Un colloquio telefonico tra il Procuratore Generale della Repubblica Araba d’Egitto ed il Procuratore della Repubblica di Roma è avvenuto ieri al fine di “condividere gli ultimi sviluppi compiuti dal team investigativo egiziano a seguito del sesto incontro tra le delegazioni dei due uffici avvenuto nel maggio scorso”. Le stesse Procure di Roma e quella egiziana, fanno sapere che “sono stati nuovamente ascoltati, come richiesto dalla Procura di Roma, tutti i poliziotti che hanno avuto un ruolo negli accertamenti seguiti alla denuncia del capo dei sindacati indipendenti degli ambulanti de Il Cairo, la consegna di quanto raccolto alle autorità italiane è stata completata in data odierna”. Il Procuratore Sadek ha detto che ” è stata poi effettivamente affidata ad una società esterna l’attività di recupero dei video della metropolitana”. “Attività che inizierà nel mese di settembre con una riunione tra la società e la Procura egiziana ed a cui saranno invitati a partecipare anche rappresentanti della Procura di Roma”. Le due Procure “hanno assicurato che le attività investigative e la collaborazione continueranno fino a quando non sarà raggiunta la verità in ordine a tutte le circostanze che hanno portato al sequestro, alle torture e alla morte di Giulio Regeni”.

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Da questo colloqui, in sostanza, sono emersi “passi avanti”, fanno sapere in Procura. E tali passi avanti hanno spinto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ad annunciare il ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini. Finora, con una forte decisione simbolica, il diplomatico doveva restare a Roma, per mostrare disappunto verso l’Egitto. La famiglia dell’ex ricercatore si è detta indignata per la decisione su Cantini. Alfano ha sottolineato che la decisione “è motivata soprattutto dal convincimento che l’ambasciatore Cantini contribuirà, tramite rapporti al più alto livello con le competenti autorità egiziane, al rafforzamento della collaborazione giudiziaria”. Alfano, poi, ha assicurato di non voler “voltare pagina nella ricerca della verità sull’omicidio di Giulio: “Consegnerò all’ambasciatore Cantini una lettera di missione che conterrà tante raccomandazioni per seguire passo passo l’evolversi delle indagini sul caso che ci sta a cuore – ha detto il capo della diplomazia italiana – In ambito politico-diplomatico rientra la decisione di inviare a Il Cairo un esperto italiano incaricato della cooperazione giudiziaria sulla vicenda regeni”. Per non dimenticare il ricercatore torturato e ucciso a febbraio del 2016, “gli verrà intitolata l’Università italo-egiziana, nonché l’auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura a Il Cairo – ha spiegato Alfano -, verranno organizzate cerimonie commemorative nel giorno della sua scomparsa in tutte le Sedi istituzionali italiane in Egitto, e ci stiamo inoltre attivando affinché ai Giochi del Mediterraneo di Spagna del 2018 la memoria di Giulio sia ricordata dagli atleti partecipanti”.

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Tutti fatti che non apprezzati dalla famiglia Regeni che esprime la sua “indignazione per le modalita’, la tempistica ed il contenuto della decisione del governo italiano di rimandare l’ambasciatore al Cairo”. “Ad oggi – sottolineano i familiari del ricercatore ucciso – dopo 18 mesi di lunghi silenzi e anche sanguinari depistaggi, non vi e’ stata nessuna vera svolta nel processo sul sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio. Si ignora il contenuto degli atti, tutti in lingua araba, inviati oggi, dal procuratore Sadek alla nostra procura, invio avvenuto con singolare sincronia mentre il governo ordiva l’invio dell’ambasciatore Cantini. La Procura egiziana si e’ sempre rifiutata di consegnare il fascicolo sulla barbara uccisione di Giulio ai legali della famiglia, cosi violando la promessa pronunciata il 6 dicembre 2017 al cospetto dei genitori di Giulio e del loro legale Alessandra Ballerini. La decisione di rimandare ora, nell’obnubilamento di ferragosto l’ambasciatore in Egitto ha il sapore di una resa confezionata ad arte”. “Sappiamo – conclude la famiglia – che il ‘popolo giallo’ di Giulio, le migliaia di persone che hanno a cuore la sua tragedia e la dignita’ di questo Paese, sapranno stare dalla nostra parte, dalla parte di tutti i Giuli e le Giulie del mondo e non si faranno confondere. Solo quando avremo la verita sul perche’ e chi ha ucciso Giulio, quando ci verranno consegnati i suoi torturatori e tutti i loro complici, solo allora l’ambasciatore potra’ tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità”.

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