Lega in pressing sulle pensioni: serve un segnale

Lega in pressing sulle pensioni: serve un segnale
Matteo Salvini
27 ottobre 2023

Alla fine una smentita del Mef arriva: riguarda tutte le misure anticipate, non solo quelle in materia previdenziale. Ma è quanto basta per spostare un po’ più in là il momento della verità e mettere una pezza a una giornata in cui Matteo Salvini è stato sbeffeggiato da tutte le opposizioni per la stretta sulle pensioni prevista nelle bozze: il contrario di quanto promesso da anni sull’abolizione della Fornero. Una irritazione, quella del segretario della Lega e vice premier, affidata ai giornali di questa mattina in forma di restroscena. Impossibile anche per lui andare allo scontro frontale con il “suo” ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti. Che al momento si trincera dietro una smentita complessiva delle “indiscrezioni giornalistiche sulla legge di stabilità pubblicate in questi giorni su diversi temi di grande interesse (ad esempio pensioni, tasse, presunti prelievi da conti correnti e altro)”.

Indiscrezioni “frutto di bozze non definitive, non diffuse da Mef e dunque da ritenersi non attendibili”. Ecco allora che da qui alla consegna del testo in Senato (tra domani e sabato, fa sapere il governo) la Lega proverà in tutti i modi non solo ad evitare la stretta ma addirittura ad invertire la marcia, dando un “segnale” in direzione del “superamento” della legge Fornero. Obiettivo di legislatura, si affrettano a chiarire i leghiti, e tuttavia la speranza è che “si possa fare qualcosa di più” rispetto alle bozze circolate. Ma sicuramente a saldi invariati: ecco allora che all’ipotesi di inasprire il prelievo sugli extraprofitti – avanzata da Salvini nei retroscena – per finanziare un allentamento dei requisiti per il pensionamento, si aggiunge quella di introdurre un nuovo condono, una “pace fiscale” per reperire le risorse.

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Intanto in una nuova bozza circolata in serata arrivano nero su bianco le risorse per il Ponte sullo Stretto, 11,6 miliardi da qui al 2032. E Salvini già nel pomeriggio aveva provato a smorzare i toni: “Ero al Senato per il question time, c’era anche Giorgetti, abbiamo parlato della legge di bilancio”, dice dal Salone della Giustizia. Per poi assicurare: “Sono contento di questa manovra di cui stiamo leggendo di ogni giorno sui giornali, dalle pensioni al pignoramento dei conti correnti al tema stipendi, cose prive di qualsiasi fondamento. La cosa certa è che ci saranno 14 miliardi in più nelle buste paga di 14 milioni di lavoratori. Se la matematica non è un’opinione, 14 miliardi su base annua per 14 milioni di lavoratrici e lavoratori dipendenti fa mediamente 1.000 euro a testa. Questo c’è. Poi, c’è tutto per tutti? No. Gli stipendi sopra una certa cifra ovviamente non avranno agevolazioni, le pensioni sopra una certa cifra non avranno la rivalutazione: le pensioni di 7mila euro non potranno essere pienamente aggiornate. Abbiamo fatto una scelta”.

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