L’ispirazione dell’Ultima Cena in due opere distanti 500 anni

9 ottobre 2019

Palazzo Reale a Milano racconta, con due importanti opere distanti 500 anni l’una dall’altra – un arazzo e un film – la fascinazione che il capolavoro di Leonardo da Vinci, l’Ultima cena, esercitava e continua ad esercitare sul visitatore, lo spettatore, i committenti e gli artisti stessi. Nella prestigiosa sala delle Cariatidi, nell’ambito di Milano Leonardo 500, e con la curatela di Pietro C. Marani, l’arazzo dei Musei Vaticani – commissionato da Francesco I re di Francia e da sua madre, Luisa di Savoia – entra in dialogo con i nove minuti del tableu vivant, creato e filmato con meticolosa ed eccellente qualità dei dettagli da Armondo Linus Acosta, con i premi Oscar Vittorio Storaro, Dante Ferretti e con Francesca Lo Schiavo.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 17 novembre e avrà ingresso gratuito. E se l’arazzo è un grande miracolo di maestria, nonchè una delle primissime copie del Cenacolo, apparso quando Leonardo era ancora in vita, l’opera cinematografica rende l’esperienza dell’Ultima Cena contemporanea e diretta, anche grazie a un rallentamento estremo e alle prime e profonde note dello Stabat Mater di Rossini. Alla presentazione a Milano, c’era Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale e Barbara Jatta, direttore dei musei Vaticani. Armondo Linus Acosta ha spiegato perché l’opera che “ogn’altra opra avanza” continua a dominare l’immaginario artistico mondiale:

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“Leonardo è stato un’ispirazione per il mondo in molti e molti modi: le persone possono arrivare in un museo e possono vedere qualcosa di forte e tangibile, come quell’arazzo dove gli artisti hanno unito insieme aghi, seta e oro, realizzando un capolavoro. E puoi vedere qualcosa di vivo, anche i miei studenti che sono qui e sono bellissimi e li adoro, e hanno proiettato questa loro esperienza nell’Ultima Cena: Tableau Vivant, e spero che possa ispirare. La parola ispirazione fa veramente bene qui dentro”.

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