L’oste uccise il ladro: cade l’accusa di omicidio, ora contestato eccesso difesa

L’oste uccise il ladro: cade l’accusa di omicidio, ora contestato eccesso difesa
Il ristoratore, Mario Cattaneo
25 ottobre 2017

Cade l’accusa di omicidio volontario per Mario Cattaneo, l’oste di Casaletto Lodigiano (Lodi) che all’alba del 10 marzo uccise con un colpo di fucile un ladro romeno di 32 anni Petre Ungureanu. Nell’avviso di chiusura delle indagini, il pm Laura Siani contesta al ristoratore il reato di eccesso colposo di legittima difesa. “Ora confidiamo nell’archiviazione, il capo d’imputazione non ha ragione d’essere”, e’ il commento del difensore di Cattaneo, l’avvocato Mario Stochino che presentera’ nei prossimi giorni una memoria difensiva o una richiesta di interrogatorio. In questi mesi, la Procura ha cercato di chiarire quelle che il procuratore Domenico Chiaro aveva definito delle “contraddizioni” nella versione resa dall’indagato subito dopo il fatto. Tutto nasce per un furto di sigarette in osteria. E’ questa la genesi del fatto che oggi ha portato il Pm di Lodi Laura Siani a contestare al titolare del locale che ha colpito il ladro, l’eccesso colposo di legittima difesa dopo una prima ipotesi di omicidio. Questa la ricostruzione dei fatti.

I FATTI

Poco prima delle quattro del mattino, tra il 9 e il 10 marzo 2016 a Casaletto Lodigiano, piccolo centro in provincia di Lodi, Mario Cattaneo, 67 anni, viene svegliato da forti rumori provenienti dalla sua osteria al piano di sotto. Imbraccia un fucile da caccia e assieme al figlio Gianluca sfonda il portone che lo separa dal bar –  ristorante e uccide uno dei ladri che, assieme a 3 complici, era entrato per rubare le sigarette. La vittima, il 32enne romeno Petre Ungureanu, viene trovato a qualche centinaio di metri dall”Osteria des Amis’. La Procura apre a carico di Cattaneo, che sostiene di avere sparato durante una colluttazione coi ladri, un’indagine per omicidio volontario.

– 12 marzo 2017: Cattaneo riapre l’osteria. “Volevo farlo a ogni costo, cucinare mi aiuta a non pensare”. “Ricordo che la porta era bloccata da un mobile – questa la sua versione raccontata ai cronisti – L’ho aperta con un calcio e ho sentito qualcuno dall’altra parte che mi tirava verso il basso per la canna della doppietta. Mentre cadevo e’ partito il colpo, mi trovavo sul fianco quando c’e’ stata l’esplosione. Il colpo partito ha raggiunto non il rapinatore che mi teneva per il braccio, ma un altro che stava scappando. Poi sono caduto e lui mi ha trascinato per qualche metro. Non mi sono accorto se ho ferito qualcuno”.

– 14 marzo 2017: dai primi esiti dell’autopsia risulta che il colpo e’ stato sparato a distanza ravvicinatissima. Si verra’ a sapere nelle settimane successive che Cattaneo ha sparato un solo colpo, e non due che un testimone sosteneva di avere sentito esplodere.  Intanto la vicenda diventa un caso politico con la Lega in prima fila a difendere il ristoratore e Matteo Salvini che pranza nell’osteria e si fa fotografare con lui.

– 15 marzo 2017: Cattaneo viene sentito per la terza volta nella caserma dei carabinieri di Lodi. Un lungo interrogatorio di oltre 4 ore durante il quale il pm Laura Siani gli chiede conto delle contraddizioni emerse nei precedenti confronti con gli inquirenti. Nel pomeriggio vengono ascoltati anche il figlio Gianluca e la moglie. “Abbiamo chiarito i punti chiave”, dice l’avvocato Stochino al termine del confronto col magistrato.

– ottobre 2017: i periti della difesa, tra cui l’ex Ris Luciano Garofano, stabiliscono che a uccidere il giovane romeno fu un colpo partito accidentalmente dal fucile di Cattaneo.

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