M5S, su gruppi e cariche istituzionali l’ultima parola a Conte

M5S, su gruppi e cariche istituzionali l’ultima parola a Conte
Giuseppe Conte
17 ottobre 2022

Tutto deciso, ma anche no: questa la situazione nel Movimento 5 stelle alla vigilia della giornata indicata per la costituzione dei gruppi parlamentari (con l’elezione dei capigruppo) e nell’antivigilia della riapertura delle aule di Camera e Senato per il voto su vicepresidenti, questori e segretari d’aula. “In teoria un patto M5S-Pd escluderebbe renziani e calendiani dalle vicepresidenze ma non mi risulta che ci sia niente di deciso in questo senso”, precisa una fonte di vertice. All’interno tutto deciso, si diceva, perché ci sono da tempo degli orientamenti prevalenti: la conferma dei capigruppo uscenti (Mariolina Castellone al Senato, Francesco Silvestri alla Camera) è data sostanzialmente per certa da più di una fonte qualificata fra gli stellati; e perché per le vicepresidenze di opposizione che dovrebbero spettare al M5S i nomi in prima fila sono da tempo quelli dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino alla Camera e del ministro (uscente) dell’Agricoltura Stefano Patuanelli al Senato. La partita però è gestita, dicono nel Movimento, direttamente dal leader Giuseppe Conte, coadiuvato dai suoi vice, in particolare da Michele Gubitosa che è delegato al confronto con le altre forze parlamentari.

Un Conte che descrivono “poco appassionato alla questione delle cariche”, che vede, più che come asset per il M5S, come tribune per la visibilità individuale dei prescelti. E che proprio per questo, però, preferirebbe vedere assegnate a persone di sicura fedeltà. Ecco perché nulla è da considerare scontato: certo, Patuanelli è uno dei due ministri del Governo Draghi che non hanno lasciato il Movimento (l’altra è Fabiana Dadone) ed è sempre stato allineato e coperto, ma certo non fra i più attivi nella linea “critica” adottata da Conte nel corso del 2022 nei confronti del suo successore. Mentre su Appendino pesa ancora un procedimento penale (è stata condannata in primo grado per i fatti di piazza San Carlo, quando durante un festeggiamento calcistico la calca scatenata da una banda di rapinatori provocò il ferimento di 1600 persone e la morte di una donna, poi seguita da una seconda vittima a distanza di due anni) che, in attesa dell’appello, potrebbe sconsigliare l’occupazione di una carica istituzionale.

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“Se la condanna fosse confermata in appello, in Parlamento ci monterebbero una campagna sopra, ricordando le nostre”, osserva un ex parlamentare. Insomma, l’ultima parola nella composizione del puzzle ce l’avrà Conte, e sorprese sono da considerare possibili “fino all’ultimo”. Quanto alle commissioni che spettano alle opposizioni, il M5S punta alla Vigilanza Rai. Tocca a un deputato la presidenza, in questa legislatura. Anche su questa poltrona le fonti parlamentari stellate non vedono una grande passione dell’ex premier Conte, e peraltro, in assenza di un patto di ferro fra le opposizioni, la preoccupazione in via di Campo Marzio è un’altra: “Se Renzi fa una manovrina delle sue e si mette d’accordo con la maggioranza – sottolinea un’altra fonte di vertice – a presiedere la Vigilanza ci potrebbe finire Maria Elena Boschi…”.

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