Mafia, la Cassazione annulla proscioglimento editore Ciancio. Si riapre processo. Pm: reato concorso esterno è utile a contrasto

Mafia, la Cassazione annulla proscioglimento editore Ciancio. Si riapre processo. Pm: reato concorso esterno è utile a contrasto
14 settembre 2016

Annullamento con rinvio della sentenza con cui il gup di Catania, Gaetana Bernabo’ Distefano, il 21 dicembre 2015, dispose il “non luogo a procedere” perche’ “il fatto non e’ previsto come reato” dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, in relazione all’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Lo ha deciso la Quinta Sezione Penale della Cassazione accogliendo il ricorso presentato alla Suprema Corte dalla Procura del capoluogo etneo. I giudici di piazza Cavour, dunque, hanno annullato il proscioglimento di Ciancio e disposto un nuovo esame della questione da parte del giudice dell’udienza preliminare di Catania. Anche la Procura generale della Cassazione si era espressa per l’annullamento con rinvio della sentenza del gup. La Cassazione ha emesso il dispositivo, le motivazioni saranno depositate successivamente.

La Procura di Catania esprime “vivo compiacimento per la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che, in accoglimento del ricorso proposto da questo Ufficio nell’ambito del procedimento penale nei confronti di Mario Ciancio Sanfilippo, ha riaffermato il principio di diritto per cui il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è di creazione giurisprudenziale bensì è fattispecie di reato risultante dal combinato disposto degli articoli 110 e 416 bis del codice penale, di cui la giurisprudenza si è limitata a meglio definire l’ambito applicativo così come ha fatto del resto per numerose altre norme penali”. Lo afferma il procuratore Carmelo Zuccaro. “L’importanza di tale pronuncia – sottolinea il procuratore Zuccaro – trascende il caso concreto poiché lo strumento del concorso esterno in associazione mafiosa è di fondamentale utilità per un efficace contrasto a condotte illecite che spesso sono più insidiose della partecipazione all’associazione mafiosa”.

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