Stato-mafia, ufficiale dell’Arma: mi dissero di ignorare carte di Ciancimino

Stato-mafia, ufficiale dell’Arma: mi dissero di ignorare carte di Ciancimino
9 settembre 2016

“Trovai diversi memoriali, appunti e carte. Conservati in una scatola. Vi erano dei titoli: “Le mafie”, “carabinieri”, “la politica”. Vi era anche un appunto, manoscritto, con una minaccia nei confronti di Silvio Berlusconi: era piu’ piccolo di un foglio A4 mi colpi’ perche’ vi era il nome dell’allora presidente del Consiglio”. Cosi’ l’allora capitano Antonello Angeli deponendo al processo sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, in corso nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Rispondendo alle domande del pm Nino Di Matteo l’ufficiale dei carabinieri sta ripercorrendo la vicenda relativa alla perquisizione effettuata dai carabinieri, nel febbraio 2005, nell’abitazione di Massimo Ciancimino. “Ho avvertito subito il maggiore Gosciu – ha aggiunto Angeli – il quale in un primo momento mi fece i complimenti. Poi mi richiamo’ e mi disse di lasciare tutto li’ perche’ si trattava di una documentazione falsa e di cui eravamo comunque gia’ in possesso. La cosa mi sembro’ strana e ordinai ad un mio appuntato di andare a fotocopiare tutto il materiale documentale rinvenuto”.

Angeli ha anche affermato di non avere mai incontrato di presenza il maresciallo Saverio Masi – altro teste che ha deposto ieri – ma di avere parlato con lo stesso solo al telefono delle “analoghe vicende e problemi” avuti con i superiori. “Avevo dei timori e per questo ho fatto fare delle fotocopie – ha aggiunto – per mettere al sicuro del materiale che io ritenevo essere di vitale importanza che giungesse alla magistratura. Gli originali sono stati sottoposti al sequestro e sono stati consegnati alla magistratura e le fotocopie – ha aggiunto – sono rimasti al corredo atti (ai carabinieri)”. Il controesame del teste Angeli e’ stato fissato per il 30 settembre.

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