Manifesti abusivi, la battaglia dei grillini. Prime denunce in procura e Corte dei conti

9 aprile 2014

L’indagine dei deputati  si è estesa ora in tutta la Sicilia, con una sfilza di accessi agli atti diretta a tutti e 390 i  comuni dell’Isola.

Una valanga di manifesti abusivi riscontrati dalla polizia municipale di Palermo, ma nessuna multa è arrivata ai politici. Si conferma ancora intoccabile la Casta della politica, nonostante, per le tornate elettorali del 2012 (quelle in esame), fosse sparito il paracadute della sanatoria, la leggina che con micro ammende cancellava macro infrazioni (ad ogni partito bastava pagare mille euro per provincia per sanare centinaia di affissioni abusive). E’ quanto annunciano i grillini che hanno sposato la battaglia contro i ‘manifesti abusivi’. Secondo i parlamentari M5S all’Ars, la montagna dei manifesti fuorilegge “non ha prodotto una multa”. “E’ una vergogna – commenta il deputato Giorgio Ciaccio – se un cittadino becca una multa per divieto di sosta, è sistematico ( e giusto) l’arrivo della notifica. Perché questo meccanismo, anche se più complesso, si deve inceppare quando ci sono i politici di mezzo?”.

Sarebbero 9000 i manifesti abusivi rilevati nel capoluogo nel 2012, anche se sul dato c’è un po’ di confusione. Una contraddittoria nota inviata dalla polizia municipale al gruppo M5Se di palazzo dei Normanni, dicono i grillini, (in seguito ad una richiesta di accesso agli atti avanzata dai deputati) recita: …’Con particolare riferimento ai controlli effettuati in occasione delle consultazioni elettorali di maggio ed ottobre, sono stati riscontrati circa 9000 manifesti abusivi e segnalate alla locale Prefettura, per il completamento sanzionatorio, 557 violazioni alla normativa vigente…’.

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“Anche un faccia a faccia col comandante dei vigili – afferma il deputato Giorgio Ciaccio – non ha chiarito molto. A quanto pare tra Comune e Prefettura ci sarebbe una divergenza sull’interpretazione della norma che porta alla sanzione. Sembra che la Prefettura volesse chiarito in maniera inequivocabile il nesso tra attacchino e committente, cosa che potrebbe aver rallentato ulteriormente i meccanismi sanzionatori”. Di certo c’è che non tutte le violazioni accertate sono finite in Prefettura e quelle che lo hanno fatto non sono mai arrivate al capolinea. E, soprattutto, nessun politico sarebbe stato “accompagnato” alla cassa. “Ce lo ha confermato – dice ancora Ciaccio – lo stesso Prefetto. Anche i verbali trasmessi in via Cavour sono inutilizzabili perché mancava la notifica al trasgressore”.

E così per fare completa luce sulla vicenda, i parlamentari di Sala d’Ercole hanno chiamato in soccorso la magistratura: una denuncia è partita per la Procura della Repubblica per accertare se l’inceppamento del meccanismo sanzionatorio sull’asse polizia municipale-Prefettura possa avere dei responsabili. Una segnalazione prenderà in questi giorni la strada della Corte dei conti, per accertare eventuali danni all’Erario. Danni che, sempre secondo i depuatati, potrebbero essere tutt’altro che irrisori. Le sanzioni previste per ogni manifesto abusivo sono infatti salate e vanno da un da un minimo di 103 euro ad un massimo di 1032 euro. “Se le cifre sono quelle che pensiamo – chiosa Ciaccio – il buco potrebbe oscillare dai novecentomila euro fino ai nove milioni di euro, cosa che in tempi di vacche magrissime può aver pesato molto sulle casse di Palazzo delle Aquile”. La battaglia dei Pentastellati va oltre le mura di Palermo. Infatti, dal gruppo parlamentare è partita una raffica di richieste di accesso agli atti diretta ai 390 Comuni di tutta la Sicilia per capire come è andata la lotta a manifesto selvaggio, senza il paracadute della sanatoria e per capire se qualche politico ha pagato. A breve, l’iniziativa varcherà anche lo Stretto.

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