Manovra, centrodestra trova la quadra sulle banche: governo evita la parola “extraprofitti”

Giorgetti chiude da Washington, Meloni tira un sospiro di sollievo. Ma l’Abi studia il conto: meno dividendi o prelievo sulle riserve. Bruxelles osserva.

Meloni Palazzo Chigiok

Un colpo di cinghia da 4,4 miliardi sulle casse di banche e assicurazioni: il governo Meloni ha trovato la chiave per far entrare la “quota di solidarietà” nella manovra 2026 senza violare il tabù “no tassa sugli extraprofitti”. L’arma scelta è un prelievo del 27,5% sugli utili accantonati a patrimonio: chi li distribuirà ai soci pagherà meno, chi non lo farà contribuirà comunque. L’intesa, blindata in un vertice lampo a Palazzo Chigi, sarà sigillata domani alle 11 nel Consiglio dei ministri.

Al vertice, durato circa un’ora, hanno preso parte la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. In collegamento da Washington il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. All’incontro anche il vice ministro Maurizio Leo di Fratelli d’Italia che ha gestito la partita con le banche e le assicurazioni.

Il patto notturno: così è nato il “contributo”

Alle 20.30 la premier ha convocato i big della maggioranza nel salone del Consiglio. Un’ora e mezza dopo, il comunicato: niente imposta sugli extraprofitti, ma “scelta volontaria” per gli istituti di credito. Traduzione: chi decide di non distribuire dividendi vedrà scattare l’aliquota ridotta sulle riserve; chi invece premierà gli azionisti pagherà la differenza. Una formula che accontenta la Lega (più soldi al fisco) e Forza Italia (no nuove tasse), ma che l’Abi già studia con il contagocce.

Tensioni e veti: la giornata che ha fatto tremare la maggioranza

Per tutto il pomeriggio i telefoni dei capi-delegazione hanno fumato. Tajani minacciava il no in Cdm se fosse spuntata la parola “tassa”; Salvini twittava: “Chi ha di più dia di più”. Giorgetti, in collegamento da Washington, ha blindato la cifra: 5 miliardi nel triennio, “ma senza strappare”. Il compromesso è arrivato quando Leo ha proposto il meccanismo a due binari: imposta agevolata o versamento alternativo, mai chiamato “tassa”.

Cosa cambia per correntisti e azionisti

Niente aumenti immediati su mutui o polizze, assicurano le banche. Ma il mercato è già in fibrillazione: spread Btp-Bund in lieve rialzo, borse europee caute. Gli analisti avvertono: se gli istituti sceglieranno di trattenere utili per evitare il prelievo, i dividendi 2026 potrebbero calare del 10-15%. Il governo promette che l’extra-gettito finanzierà sanità e bonus famiglia, ma Bruxelles osserva: la misura rischia di diventare strutturale, ergo “tassa mascherata”.

Spending review e pace fiscale: gli altri capitoli della notte

Oltre alle banche, la maggioranza ha chiuso la corsa sulla rottamazione-quinquies: 56 rate in 9 anni, niente sanzioni per omesso reddito. Taglio Irpef da 2,7 miliardi, ma con tetto massimo di vantaggio per chi supera i 50 mila euro. Congelamento dello scalino pensionistico solo per lavori usuranti, anche se la Lega continua a spingere per un allargamento. E la spending review? Ai ministeri arriva la “dieta” da 0,1% di Pil l’anno, 2,3 miliardi da qui al 2028.

Opposizione all’attacco: “Mazzata al ceto medio”

M5s parla di “piattino di lenticchie”, il Pd denuncia un’altra “stangata”. Avs calcola: il nuovo taglio Irpef vale 2 euro al mese per i redditi bassi. Il governo sorride: “Non è una manovra elettorale, è responsabilità”. Ma il clima in Parlamento si scalda già: si prevede un’aula infuocata alla Camera, con la Lega pronta a difendere il “contributo” e l’opposizione a cercare il varco sul fronte Ue.