Mattarella: il Covid-19 è un dramma, politici non lo sottovalutino

Quella in corso è una “grave emergenza pandemica”. Di fronte a questa “drammaticità inedita” la vaccinazione è “un dovere morale e civico”. La politica dal canto suo, che deve far “prevalere il senso di comunità”, continui a “lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del Paese” senza perdere “la consapevolezza della emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si pensi di averli alle spalle. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato oggi pomeriggio nei giardini del Quirinale l’Associazione stampa parlamentare per la consueta cerimonia del Ventaglio e nel suo discorso ha parlato soprattutto del Covid e di come questo virus stia attraversando la società globale. Cogliendo però l’occasione per richiamare la politica italiana ai suoi doveri verso la comunità – senza perdersi in sterili battaglie di partito – e soprattutto, attraverso una bonaria tirata d’orecchi ai giornalisti sul considerare vere notizie che per svariati motivi non vengono smentite, a non coinvolgere, tirare per la giacca il presidente della Repubblica.

Usando i suoi silenzi, i suoi atteggiamenti e il suo essere distaccato per ufficio dalla polemica politica come – a secondo delle convenienze – una conferma o un diniego a tesi e richieste politiche, cavalcate evidentemente secondo interesse da giornali, siti, tv vicini a questo o a quel partito. Mattarella non ha fatto alcun accenno a temi specifici naturalmente ma, volendo forzare il ragionamento, potrebbe forse leggersi anche un riferimento al dibattito su un suo un prolungamento del mandato al Colle. “In poche settimane, con il dilagare di questo virus sconosciuto e insidioso – ha detto replicando alle sollecitazioni arrivate dal presidente dell’Asp Marco Di Fonzo – i bisogni e le domande dei cittadini di tutto il mondo si sono riversate sui governi con una drammaticità inedita”. Mattarella lo ha ribadito, “abbiamo vissuto un anno difficile, mesi drammatici” e “lentamente e non senza contraddizioni” sono stati individuati “due filoni che ci hanno permesso di incamminarci sulla via dell’uscita dalla crisi. La campagna di vaccinazione e la scelta di mettere in campo ingenti sostegni pubblici”.

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Per il capo dello Stato “la vaccinazione e gli interventi di rilancio economico continuano a essere gli indispensabili strumenti per assicurare sicurezza e serenità” e ha chiarito che “la pandemia non è ancora alle nostre spalle” e soltanto grazie ai vaccini siamo in grado” di contenere il virus. “Il vaccino – ha rilevato – non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico”. “Senza attenzione e senso di responsabilità – ha continuato Mattarella – rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure; ulteriori, pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese, che possono essere evitate con attenzione e senso di responsabilità”. Tra i “grandi sacrifici” imposti dalla pandemia Mattarella ha citato la scuola: “Abbiamo registrato danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che impongono di reagire con prontezza e con determinazione. Occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere una priorità assoluta”.

“Auspico fortemente che prevalga il senso di comunità, un senso di responsabilità collettiva. La libertà è condizione irrinunciabile ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo”, ha affermato. Sul versante degli impegni di spesa Mattarella ha ricordato che “sappiamo che, dall’Unione Europea, sono in procinto di giungere le prime risorse del programma Next Generation. Gli interventi e le riforme programmate devono adesso diventare realtà. Non possiamo fallire: è una prova che riguarda tutto il Paese, senza distinzioni”. Il capo dello Stato ha dato “atto alle forze politiche e parlamentari, di maggioranza e di opposizione, ai governi che si sono succeduti durante la pandemia, alle strutture dello Stato e ai nostri concittadini di aver compreso la gravità della situazione sanitaria, economica e sociale, manifestando complessivamente – al di là di inevitabili differenze di toni e di opinioni – uno spirito di sostanziale responsabilità repubblicana”. Anche per questo, ecco il richiamo di Mattarella, “conto che le forze politiche, di fronte a un tempo che sembra volgersi verso prospettive migliori, continuino a lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del Paese. Conto che non si smarrisca la consapevolezza della emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si pensi di averli alle spalle. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti”.

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L’attenzione del presidente della Repubblica si è poi rivolta ai giornalisti. “La riforma recente dell’Ordine ha consolidato l’autonomia della professione giornalistica, ribadendone il carattere di professione intellettuale. Questo significa – ha chiarito – che non ci sono scorciatoie in virtù delle quali tutti siano “caballeros” secondo la frase attribuita a Carlo V nella sua visita ad Alghero. Garantire rigore e autonomia significa prendere atto che ai giornalisti iscritti all’Ordine e, dunque, chiamati a svolgere un’attività racchiusa nell’ambito di specifiche regole deontologiche, vanno applicate quanto meno garanzie eguali alle altre categorie di lavoratori, a partire dall’ambito previdenziale”. Nell’occasione dell’incontro con i “quirinalisti” e con l’Associazione della Stampa Parlamentare, ha continuato, “desidero esprimere il mio ringraziamento per aver seguito con puntualità, in questi quasi sette anni, il percorso comune, e per avermi prospettato, nel tempo, significative sollecitazioni. Vorrei aggiungere una considerazione in tono più leggero”, ha aggiunto Mattarella virando poi come si diceva sul ‘politico’.

“In ogni ambito circola il virus – un altro virus – dell’autoreferenzialità, della configurazione del proprio ruolo come centrale nella vita sociale. Questo rischio è molto presente nella politica: personalmente rammento continuamente a me stesso di tenerlo lontano. Mi permetto di segnalarlo anche al mondo del giornalismo, dove affiora, talvolta, l’assioma che un’affermazione non smentita va intesa come confermata, così che una falsa notizia può essere spacciata per vera perché non risulta smentita. Nell’ormai innumerevole elenco esistente di testate stampate, radiotelevisive e online, di siti, di canali social – ha rilevato – si tratta di una pretesa davvero piuttosto stravagante. Ad esempio, vista la diffusa abitudine di trincerarsi dietro il Quirinale fantasiosamente quando si vuole opporre un rifiuto o di evocarlo quando si avanza qualche richiesta, il Presidente della Repubblica sarebbe costretto a un esercizio davvero arduo e preminente: smentire tutte le fake news, fabbricate, sovente, con esercizi particolarmente acrobatici. Faccio appello, dunque, alla professionalità dei giornalisti e alla loro etica professionale”. askanews

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