Mattarella parla ai giovani e invoca unità: Repubblica siamo noi

Mattarella parla ai giovani e invoca unità: Repubblica siamo noi
Sergio Mattarella
31 dicembre 2022

I giovani, la Costituzione, il richiamo all’unità del Paese in nome della Repubblica, la nostra patria, che è fatta da tutti noi, la modernità da accogliere come una sfida per migliorare la vita e non come una minaccia che ci fa desiderare il ritorno al passato. Sergio Mattarella nel suo primo discorso di fine anno in questo secondo mandato al Quirinale ha toccato i temi che interessano gli italiani, ma ha anche voluto trasmettere fiducia e speranza in un miglioramento delle condizioni di vita, dopo anni difficili dovuti alla pandemia e alla crisi economica che ne è seguita. “Dal Covid, purtroppo non ancora sconfitto definitivamente – ha ricordato – abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare”, come ad esempio il valore di “quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale”. E poi la “folle guerra scatenata dalla Federazione russa” che ha caratterizzato questo 2022. “Dobbiamo concentrare gli sforzi perché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità”, ha aggiunto.

Ha parlato in piedi nel Salone della Musica, il Presidente della Repubblica, poco più di 16 minuti il discorso, non dei più brevi in assoluto, ma comunque diretto agli italiani più che alla politica, richiamata solo all’inizio per sottolineare la “novità significativa” della prima premier donna nella storia della Repubblica, Giorgia Meloni, e per un richiamo alla responsabilità e al rispetto delle regole e dei ruoli che, come si è visto negli ultimi anni, cambiano velocemente. “La nostra è una democrazia matura”, ha sottolineato il Capo dello Stato, “si sono alternate al governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento”, questo le ha poste “di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare” e “la concretezza della realtà ha così convocato ciascuno alla responsabilità”, sempre “nel rispetto della dialettica tra maggioranza e opposizione”.

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Questo induce “a una comune visione del nostro sistema democratico, al rispetto di regole che non possono essere disattese, del ruolo di ciascuno nella vita politica della Repubblica”. Questo è scritto nella Costituzione, ha scandito Mattarella, ricordando che quella è la “nostra bussola” e che ci dice di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni”, ma “la Repubblica siamo tutti noi. Insieme”. Lo Stato, le istituzioni ma anche i singoli che si impegnano ogni giorno, in chi “paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune”, negli uomini e nelle donne in divisa, nell’iniziativa di chi fa impresa, come di chi cerca lavoro e proprio per questo “rimuovere gli ostacoli – ha detto il capo dello Stato – è un impegno da condividere”. Insomma “serve coesione e unità di intenti” per superare le difficoltà che il paese sta attraversando.

Mattarella riconosce che questi sono stati anni difficili per i suoi concittadini: inflazione, costi dell’energia, difficoltà per famiglie e imprese, aumento della povertà soprattutto dei minori, carenza di lavoro, precarietà, differenze tra Nord e Sud, che “feriscono il diritto all’uguaglianza”. Ma ci sono buone ragioni per nutrire speranza. Intanto i dati economici della crescita positiva del Paese, la capacità di reazione delle imprese, la ripresa del turismo, l’aumento delle esportazioni. Per continuare a sperare, secondo il Capo dello Stato, bisogna saper cogliere la sfida della modernità: è un illusione oltre che un errore pensare di rigettare il cambiamento e rinunciare alla modernità, ma serve coraggio sulle sfide più importanti che abbiamo davanti. Ovvero, transizione energetica, trasformazione digitale e formazione dei giovani.

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Proprio i giovani per Mattarella sono la chiave attraverso la quale leggere le scelte da fare, a partire dall’attuazione del Pnrr e dall’investimento in formazione. “Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranza. Facciamole nostre” è l’invito rivolto dal Presidente, “facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso”. I giovani che sono più sensibili al tema del cambiamento climatico e della transizione energetica, ma anche alla libertà e ai diritti, come dimostrano le coraggiose proteste in Iran, Afghanistan e Russia. E ancora ai giovani Mattarella si è rivolto per un accorato appello a non cancellare il loro futuro quando si trovano alla guida di un’auto: “Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti – ha ricordato il Capo dello Stato -. Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza”.

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