Morte Regeni, altro vertice a Roma. Il procuratore egiziano vuole incontrare i genitori di Giulio

Morte Regeni, altro vertice a Roma. Il procuratore egiziano vuole incontrare i genitori di Giulio
Giulio Regeni
9 settembre 2016

Regeni-11-3Il procuratore generale della Repubblica araba d’Egitto, Nabeel Sadek, tornerà nelle prossime settimane in Italia per un incontro, quasi certamente a Roma, con i genitori di Giulio Regeni. Così come ribadito nella nota congiunta firmata dal magistrato egiziano e dal procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, il pg Sadeek “ha espresso la sua disponibilità ad incontrare a breve, a Roma, i genitori di Giulio Regeni per manifestare, anche a loro, l’impegno e la volontà di giungere alla scoperta e alla punizione dei colpevoli di un così grave delitto”. Secondo quanto si è appreso l’incontro tra la massima autorità giudiziaria dell’Egitto e papà e mamma Regeni potrebbe avvenire entro l’autunno. C’è stato un “salto di qualità” nei rapporti tra Italia ed Egitto in merito alle indagini sulla morte di Giulio Regeni.

Gli inquirenti di casa nostra, a fronte della due giorni svoltasi a Roma nella scuola di polizia per fare il punto sulle indagini, chiariscono che la documentazione presentata dai colleghi è parsa “approfondita e ben fatta” rispetto a quegli interrogativi che erano stati presentati nei mesi scorsi e che riguardavano i vari nodi della vicenda. Rispetto ai dati relativi alle celle telefoniche si spiega che dal materiale consegnato, “ampio e utile”, saranno possibili nuovi accertamenti. E quasi certamente si partirà da quei soggetti, quelle evidenze per ora solo numeriche, presenti nella zona in cui Giulio si trovava al momento della scomparsa, il 25 gennaio, e il giorno del ritrovamento del cadavere, il 3 febbario. Intanto si va delineando il ruolo svolto dal capo dei sindacati indipendenti, Mohamed Abdallah, che aveva segnalato alle forze dell’ordine l’attività di Giulio. A Roma non è ritenuto di poco conto il dato, ammesso nella nota congiunta, che Regeni sia stato sottoposto dal 7 gennaio e per almeno tre giorni ai controlli di polizia. Si indaga a 360 gradi? Si indaga, si risponde.

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LA NOTA CONGIUNTA ITALIA-EGITTO Il vertice tra Sadek e Pignatone è “finalizzato ad accertare la verità sul sequestro, la tortura e la morte di Giulio Regeni” e subito si spiega nella nota che “il terzo appuntamento è servito per un proficuo confronto sugli elementi sin qui raccolti dai due uffici. In particolare il Procuratore Generale ha illustrato e consegnato l’ampia, completa e approfondita relazione sull’esame del traffico delle celle che coprono l’area della zona della scomparsa e del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni”. “Nella Procura egiziana, ha riferito la delegazione, sono pertanto in corso tutti i necessari approfondimenti investigativi sui soggetti le cui utenze risultano presenti in ambedue le aree. Il Procuratore Generale ha, altresì, riferito di aver accertato che la Polizia de II Cairo, in data sette gennaio 2016 ha ricevuto dal Capo del sindacato indipendente dei rivenditori ambulanti un esposto su Giulio Regeni a seguito del quale la Polizia ha eseguito accertamenti sull’attività dello stesso”.

Insomma “sull’esito delle verifiche, durate tre giorni, non è stata riscontrata alcuna attività di interesse per la sicurezza nazionale e, quindi, sono cessati gli accertamenti. Per quel che concerne l’attività di recupero dei video delle metropolitane vi è il comune impegno a superare gli ostacoli tecnici che sinora hanno impedito di completare l’accertamento al fine di poter acquisire alle indagini anche gli eventuali elementi di prova contenuti nei video del sistema di sorveglianza della metropolitana de Il Cairo”. E poi “rispetto alle indagini relative ai fatti del 24 marzo 2016 e al ritrovamento dei documenti di Giulio Regeni in casa di uno dei parenti del capo della banda criminale, la Procura Generale d’Egitto ritiene che allo stato delle indagini vi siano solo deboli indizi di un collegamento tra i cinque componenti la banda poi uccisi e il sequestro e l’uccisione di Regeni. La Procura Generale egiziana continuerà le indagini, per verificare eventuali relazioni tra la banda criminale, di cui fanno parte anche altre persone, e gli autori dell’omicidio. Il Procuratore Generale ribadisce la volontà di continuare le indagini sino alla scoperta dei colpevoli senza escludere nessuna pista investigativa”.

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