Naufragio Lampedusa, ricerche dei dispersi difficili per maltempo

25 novembre 2019

Continuano le ricerche, al largo di Lampedusa, dei migranti dispersi in mare dopo il naufragio del 23 novembre a circa un miglio dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli. Le condizioni meteo e quelle del mare nella zona sono in continuo peggioramento, con onde alte fino a quattro metri. Le operazioni proseguono con l’impiego di mezzi aerei della Guardia Costiera e di Frontex. Sono stati finora recuperati in mare i cadaveri di tre donne e altri due corpi senza vita, sempre due donne, sono stati ritrovati a terra dalla Guardia di Finanza.

Le urla disperate dei bambini, le richieste di aiuto – altrettanto struggenti – di uomini e donne finiti in mare, sabato scorso, ad un miglio circa dall’isola dei Conigli di Lampedusa. La Guardia costiera ha diffuso alcune immagini dei momenti successivi al naufragio e dei tentativi disperati dei militari di portare in salvo tutti: cominciando dai banbini. E ad ogni migrate issato sulla motovedetta, gli stessi militari tiravano un sospiro di sollievo. Scene che hanno immortalato anche il lavoro eccezionale, fatto con il cuore, degli uomini della Guardia costiera che sono riusciti a salvare 149 persone, fra cui un bimbo di neanche un anno e un ipovedente. I dispersi – le ricerche sono in corso oggi, a causa del mare mosso e delle forti raffiche di vento, soltanto con gli aerei – dovrebbero essere una quindicina.

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I migranti tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera sono in totale 149 (tra cui 13 donne e 3 bambini). Il naufragio è avvenuto nel tardo pomeriggio, prima del tramonto, a circa un miglio dalla famosa spiaggia dell’isola. La barca soccorsa non aveva richiesto aiuto né segnalato la sua posizione ma è stata avvistata da un cittadino. Secondo le testimonianze dei superstiti mancherebbero però all’appello diverse persone.

IL SINDACO

“Stiamo diventando il becchino di turno, dobbiamo ratificare le morti che ci sono nel Mediterraneo, non è una bella scena che si dà al mondo – ha detto Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa -. In questi anni il sistema di accoglienza a Lampedusa è stato completamente cancellato. Oggi non è un sistema di un Paese degno, prima il sistema accoglienza era talmente collaudato che neanche ci si faceva più caso quando arrivavano e partivano i migranti. Vorrei che il presidente del Consiglio avesse il coraggio di convocarci – ha proseguito – così gli spiegheremmo cosa significa essere terra di frontiera. Non vedo un collegamento tra gli sbarchi in aumento e l’intenzione del governo di cancellare il decreto sicurezza. Il problema fondamentale è che gli sbarchi ci sono sempre stati e continuano ad esserci. Quando c’è maltempo questi li fanno partire e li fanno morire. E’ insopportabile che ancora oggi questo traffico continua ad esserci senza che ci sia un intervento serio dell’Europa”, ha aggiunto Martello che sull’accordo di Malta ha detto: “Si parla solo di un tipo di migranti, i rifugiati e non quelli economici. Quelli che sbarcano a Lampedusa, la maggioranza sono migranti economici. Dobbiamo spogliarci tutti dall’appartenenza politica e affrontare il problema migrazioni come Stato e come Europa. Parliamo del global compact, il documento che ha fatto l’Onu, e partiamo da lì. A noi ci arrivano esclusivamente gli insulti, addirittura hanno organizzato una campagna su facebook contro i turisti che vengono a Lampedusa. C’è qualcuno che ha chiesto quanto costavano le casse da morto e che bisognava lasciare i morti in mezzo al mare”.

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