Negoziati Ue, informativa senza voto. Conte “snobba” ancora il Parlamento

Negoziati Ue, informativa senza voto. Conte “snobba” ancora il Parlamento
15 giugno 2020

Non più “Comunicazioni” (quindi con la possibilità di presentare risoluzioni), ma semplice “Informativa” (dunque senza alcun voto, il passaggio di Giuseppe Conte in Parlamento prima del Consiglio Europeo di giovedì. E le opposizioni protestano, definendo “vergognosa” la decisione, che dovrebbe essere annunciata in Aula alla Camera al termine della seduta pomeridiana. Decisione che sarebbe stata presa dopo una consultazione informale dei presidenti di Camera e Senato con i capigruppo. E che il presidente della Camera Fico ha confermato postando su Facebook il calendario della settimana.

Non sarà possibile dunque per PiùEuropa presentare in Senato con Emma Bonino la risoluzione che – se approvata – avrebbe impegnato il governo a richiedere il finanziamento del Mes per la sanità. Passaggio complicato per Giuseppe Conte e per la maggioranza, stante le diverse vedute tra Pd e Iv da una parte e M5s dall’altra. Per questo dai gruppi della maggioranza, raccontano fonti della Camera e e del Senato, si sono attivate subite le contromisure, ‘declassando’ a informativa l’appuntamento, contando sul precedente di aprile scorso, quando non ci fu un voto del Parlamento in situazione analoga. Del resto, osserva Della Vedova di PiùEuropa, “dall’inizio della crisi il Governo fugge dal voto sui negoziati europei, decisivi per il futuro dell’Unione e dell’Italia. Lo fa perché non c`è una maggioranza coesa” sui temi, “a partire dal MES”.

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E per questo le opposizioni gridano allo scandalo: “Basta bavagli all’opposizione. È vergognoso che ancora una volta maggioranza e governo rifiutino il confronto democratico e impediscano al Parlamento di votare sugli indirizzi da prendere in Europa. Hanno paura di essere smentiti dal voto? Temono che le contraddizioni tra Pd e 5stelle che litigano su tutto vengano sancite da un voto? Sarebbe la prova che il governo deve dimettersi”, affermano i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Stessi argomenti dai capigruppo di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida, che parlano di “imbarazzante fuga della maggioranza”, che però “non risolve i problemi e le contraddizioni della maggioranza, allungando solo di qualche giorno l’agonia di un esecutivo privo di altri motivi per rimanere in vita se non le poltrone alle quali Pd, M5s e renziani sembrano indissolubilmente legati”. FdI insiste nel chiedere “l’espressione formale del Parlamento sulle imprescindibili scelte da affrontare nei prossimi mesi. Basta con i teatrini inutili di fronte ai quali non mancheranno iniziative eclatanti”.

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