Occupata fabbrica, sconcerto del Mise

Occupata fabbrica, sconcerto del Mise
6 novembre 2017

I lavatori dello stabilimento Ilva di Genova, riuniti questa mattina in assemblea, hanno deciso l’occupazione della fabbrica ed il blocco della produzione ad oltranza per protestare contro il piano industriale presentato dal gruppo Am Invest Co, che non riconosce l’accordo di programma del 2005 che prevedeva la chiusura degli impianti a caldo in cambio del mantenimento dei livelli occupazionali e salariali. “La situazione è grave -ha spiegato ad Askanews il segretario genovese della Fiom Cgil, Bruno Manganaro- perché a Roma stanno cercando di scipparci l’accordo di programma. Ci stanno fregando e noi questa cosa non possiamo accettarla”. “Abbiamo fatto un patto insieme alla città e al governo -ha sottolineato il segretario genovese della Fiom- e chiediamo che venga rispettato. Venti giorni fa -ha ricordato Manganaro- abbiamo scritto tutti insieme al governo, chiedendo di essere convocati perché ne abbiamo diritto ma questo diritto ci viene negato”. All’esterno dello stabilimento, intanto, è stata montata una tenda rossa ed è stato allestito un presidio permanente dei lavoratori in sciopero, che questa mattina stanno dando vita ad un corteo nel ponente di Genova. Il piano industriale presentato da Am Invest Co prevede 4 mila esuberi a livello nazionale, di cui 600 solo per lo stabilimento di Cornigliano.

“Desta stupore e sconcerto che la Fiom-Cgil promuova, fuori da ogni regola, l`interruzione delle attività e proclami il presidio dello stabilimento Ilva di Genova, mentre il confronto fra le parti si è finalmente concretamente avviato”, afferma il Mise in una nota. “Il ministero dello Sviluppo Economico – prosegue la nota -, con molta determinazione, è intervento per consentire la ripresa del confronto tra azienda e sindacati su basi più favorevoli per i lavoratori sia per quanto riguarda gli aspetti occupazionali sia con riferimento a quelli relativi al reddito per tutti i lavoratori Ilva. Ovviamente continuerà a vigilare affinché il negoziato si concluda con il consenso di tutte le parti. Proprio mentre si apre il confronto, reparto per reparto, del piano industriale proposto dall`investitore una simile iniziativa rischia di mettere a repentaglio la trattativa per tutta l`Ilva”. “Si ricorda che tra investimenti industriali ed ambientali – dell`Amministrazione Straordinaria e dell`investitore – e rimborso ai creditori – conclude il Mise – stiamo parlando di 5,3 miliardi di euro, ovvero il più grande investimento industriale in Italia da decenni a questa parte”.

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