Ora litigano Tria e Conte. Ministro: l’Italia è ferma, chi attacca banche mina il Paese. Premier: “Conserviamoci tutti lucidi”

Ora litigano Tria e Conte. Ministro: l’Italia è ferma, chi attacca banche mina il Paese. Premier: “Conserviamoci tutti lucidi”
Giovanni Tria e Giuseppe Conte
31 marzo 2019

L’Italia è ferma. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ne prende atto, mentre il premier Giuseppe Conte, al di là di tutte le più approfondite analisi, di cui, certo, bisogna tenere conto individua, “la radice dei nostri mali”: la perdita di fiducia. Tra bordate, da parte del titolare dell’Economia, contro chi “tifa contro l’Italia” e avalla “campagne europee” di attacco alle nostre banche e rassicurazioni del premier – no, non c’è un attacco alle banche italiane – il governo gialloverde sfila sul palco del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze per il Festival nazionale dell’economia civile.

All’indomani delle fibrillazioni tra Movimento cinque stelle e Lega sul tema della famiglia e della adozioni Conte invita a non abbandonarsi a polemiche che rischiano di “oscurare” il lavoro fatto dal governo. E consiglia un motto “ai ministri”: “Sobri nelle parole, generosi nelle azioni”. Tria, intanto, osserva che la crescita per il 2019 si avvia “verso lo zero” e del resto “la Germania è ferma”: la conseguenza è che si è bloccata “la parte più produttiva dell’Italia, quella del manifatturiero che esporta”. Non risparmia una critica all’Ue Tria perché l’Europa con la fissa del “consolidamento fiscale” ha “sottovalutato la crisi dell’economia”.

Ma, attenzione, avverte, basta “tifare contro l’Italia” perchè “c’è un interesse nazionale che deve essere difeso da tutte le parti”. In particolare, aggiunge Tria, “attaccare il sistema bancario italiano significa avallare campagne europee che ci stanno mettendo in difficoltà e quindi minare l’interesse nazionale”. Insomma, “il sistema bancario italiano è uno dei più sani d’Europa e forse del mondo” e le nostre banche non hanno e non hanno mai avuto in pancia “titoli velenosi come altre banche europee, in primo luogo tedesche”.

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Al monito di Tria risponde a stretto giro Conte: “Non mi sembra – dice parlando con i giornalisti – che ci siano i presupposti per parlare di attacco alle banche, conserviamoci tutti lucidi”. Poco prima il ministro aveva ribadito che “nessuno ci chiede la manovra correttiva”, una manovra necessariamente “restrittiva” che sarebbe “illogico” invocare. Quello che si deve fare, piuttosto, è “non mettere le briglie addosso” a una “spinta che c’è nel Paese” di chi “vuole fare”. Insomma, non si può non fare, non investire per paura della corruzione. Spetta a Conte, infine, ricordare che in settimana andrà in Consiglio dei ministri, ancora da fissare, il dl crescita e che “dobbiamo varare e licenziare al più presto il decreto per i truffati delle banche, c’è solo qualche aspetto tecnico” da chiarire. Motivo per cui domani il premier vedrà il ministro Tria.

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