Papa Francesco ha portato a Roma dall’isola greca di Lesbo 12 rifugiati siriani di religione musulmana. “Non ho fatto una scelta tra cristiani e musulmani, queste tre famiglie avevano le carte in regola e si poteva fare. C’erano due famiglie cristiane che non avevano i documenti in regola…”, ha spiegato il Papa ai giornalisti sul volo. “Non è un privilegio, tutti sono figli di Dio”, ha proseguito Bergoglio a quanto riferito, tra gli altri, da Vatican Insider. L’aereo con il Papa è giunto dall’isola greca di Lesbo all’aeroporto romano di Ciampino come previsto poco dopo le 16.30. E’ stata “una visita di natura ecumenica e umanitaria” come l’ha presentata il Vaticano, certo, ma con il viaggio di poche ore che Papa Francesco ha compiuto nell’isola greca di Lesbo, dalle nove e mezza alle 14.30, per incontrare i profughi chiusi in un campo di accoglienza e commemorare i migranti defunti nel tentare di raggiungere la costa europea, Jorge Mario Bergoglio ha fatto un accorato appello all’Unione europea affinché ricordi di essere una “patria dei diritti”, rifugga “dall’illusione di innalzare recinti per sentirsi più sicura”, e perché i suoi abitanti, come il Buon Samaritano, aiutino i migranti “in quello spirito di fraternità, solidarietà e rispetto per la dignità umana, che ha contraddistinto la sua lunga storia”.
“Prima di tutto voglio ringraziarvi per questa giornata di lavoro, per me è stato troppo forte, troppo forte…”. Ha detto Papa Francesco conversando con i giornalisti a bordo dell’aereo che da Lesbo lo ha riportato a Roma in compagnia di 12 rifugiati siriani. “Non c’è alcuna speculazione politica perché gli accordi tra la Grecia e la Turchia io non li conoscevo bene, li ho visti sui giornali. Il mio viaggio è stato umanitario”, ha aggiunto il Papa. “Dopo quello che ho visto, che voi avete visto, in quel campo rifugiati, c’era da piangere. Ho portato dei disegni per farveli vedere. Che cosa vogliono i bambini? Pace. E’ vero che nel campo hanno corsi di educazione, ma che cosa hanno visto quei bambini… Ecco un disegno dove si vede un bambino che annega. Questo lo hanno nel cuore, oggi davvero c’era da piangere. Hanno in memoria questo. Uno ha disegnato il sole che piange. Ma se il sole è capace di piangere anche a noi una lacrima ci farà bene”.
Francesco ha spiegato che non distingue il dramma di chi fugge la guerra da quello di chi fugge la miseria perché “tutti e due sono effetto di sfruttamento”. Io, ha detto il Papa, “inviterei i trafficanti di armi – in Siria ad esempio, chi dà le armi a diversi gruppi – e li inviterei a passare una giornata in quel campo profughi. Credo che per loro sarà salutare”. Quanto ai 12 rifugiati portati in Italia, “faccio un plagio – ha detto il Papa – e rispondo con una frase non mia. Avevano domandato a Madre Teresa di Calcutta: perché tanto sforzo e tanto lavoro solo per accompagnare le persone a morire? E lei: è una goccia d’acqua nel mare, ma dopo questa goccia il mare non sarà lo stesso. È un piccolo gesto ma quei piccoli gesti che dobbiamo fare tutti noi uomini e donne per tendere la mano a chi ha bisogno”. Red. Cro.