Il parlamento sfiducia il premier Rajoy. Arriva Sanchez, rispetteremo impegni Ue

Il parlamento sfiducia il premier Rajoy. Arriva Sanchez, rispetteremo impegni Ue
Il premier spagnolo, Pedro Sanchez
1 giugno 2018

Cambio di premier in Spagna, fuori Mariano Rajoy, dentro Pedro Sanchez. Il socialista è stato proclamato automaticamente presidente del governo di Spagna, in seguito all’approvazione in parlamento di una mozione di censura nei confronti del premier uscente conservatore Mariano Rajoy. Pedro Sanchez è diventato così il primo capo di un governo di Madrid in epoca democratica a essere nominato direttamente dal parlamento in seguito a un voto di sfiducia nei confronti del precedente capo dell’esecutivo. Rajoy è stato sfiduciato dal parlamento con 180 voti, contro i 169 contrari alla mozione di censura e un astenuto.

Rajoy: “Si apre un nuovo tempo per la politica spagnola” 

Il voto è stato effettuato a voce dai parlamentari e solo alla fine della proclamazione ufficiale del voto, nonostante fosse chiaro che la mozione era passata, ci sono stati sobri applausi per Sanchez e di commiato a Rajoy. Il premier uscente aveva ammesso l’imminente sconfitta poco prima del voto. “Possiamo presumere che la mozione di censura sarà adottata”, aveva affermato Rajoy. “Di conseguenza, Pedro Sanchez sarà il nuovo presidente del governo”, aveva detto il capo dell’esecutivo conservatore, felicitandosi col suo rivale e sottolineando che è stato “un onore” essere a capo del governo.

Rajoy guida l’esecutivo dal 2011. Sanchez, dal canto suo, nel discorso precedente il voto ha detto che “si apre un nuovo tempo per la politica spagnola” e ha continuato: “Tendo la mano a tutti i gruppi parlamentari per aprire questo nuovo tempo e spero che tutti saremo all’altezza delle responsabilità che abbiamo di fronte”.  Sanchez ha gia’ promesso il rispetto degli impegni con l’Europa, e ascolto nei confronti della Catalogna. Il premier spagnolo uscente paga il prezzo dello scandalo di corruzione – il piu’ grave della Spagna democratica – che ha travolto il suo Partito Popolare.

Processo “Operacion Gurtel”, una raffica di pesanti pene: 351 anni di carcere per 29 dei 37 imputati

Contro Rajoy – uno dei premier europei piu’ longevi politicamente – ci sono i deputati socialisti di Psoe, quelli della sinistra radicale di Podemos, i nazionalisti baschi e quelli catalani insieme ad Esquerra repubblicana e poi Compromis e Nueva Canarias. Per Rajoy, che la stampa ha ribattezzato il presidente dalle sette vite sembra giunta quindi la fine (politica). Ma quand’e’ che e’ precipitato tutto? Al potere dal 2011, Rajoy e’ sopravvissuto alla peggiore crisi politica in 40 anni, la sfida indipendentista catalana, e anche alla peggiore crisi economica degli ultimi decenni. Ma e’ stato messo in ginocchio dalla corruzione del suo partito popolare: la resa dei conti e’ arrivata sull’onda dello scandalo Gurtel.

Dopo 10 anni di indagini, il processo sul caso “Operacion Gurtel” si e’ concluso il 24 maggio con una raffica di pesanti pene: 351 anni di carcere per 29 dei 37 imputati per avere partecipato a una “efficace struttura di corruzione istituzionale”. Al centro del caso c’e’ l’ex tesoriere del partito Luis Barcenas condannato a 33 anni di carcere. In particolare, secondo i giudici, la rete diretta da Barcenas e da Francisco Correa – la mente dell’organizzazione condannato a 51 anni – e’ stata attiva dal 1999 al 2001. Sul tavolo c’erano favori e tangenti in cambio di commesse ottenute da amministrazioni pubbliche guidate dal Partito popolare.

I due gli errori che sono risultati fatali al premier sfiduciato

Da questa rete di affari illeciti, l’ex tesoriere del Pp aveva accumulato decine di milioni di euro in conti in Svizzera. Pur ammettendo la pericolosita’ per l’unita’ del partito, in un’intervista radiofonica rilasciata poco prima della sentenza, Rajoy ha liquidato lo scandalo come “vecchi casi isolati di corruzione”. “La sua permanenza come primo ministro e’ dannosa, ed e’ un peso non solo per la Spagna, ma per il suo partito”, ha tuonato Sanchez, nel dibattito al Congresso, dominato dalle accuse incrociate tra i due. Da parte sua Rajoy ha rimandato le accuse al mittente citando casi di corruzione che hanno coinvolto il Psoe negli ultimi anni. “Chi sei? Madre Teresa di Calcutta?”, ha detto all’avversario accusandolo di aver architettato la mozione di sfiducia per mascherare la sua incapacita’ di arrivare al potere come chiunque altri. E cioe’ attraverso il voto.

Nei giorni scorsi, il premier uscente si era mostrato fiducioso riguardo la fiducia del Partito nazionalista basco (PNV). Forte del fatto che il suo governo aveva destinato al Paese Basco 540 milioni nel budget 2018 da destinare agli investimenti. Ma Sanchez ha rilanciato la posta in gioco con promesse ai baschi e ai catalani: il budget messo sul tavolo da Rajoy sara’ confermato e a quello si aggiungeranno altri progetti. Due gli errori che sono risultati fatali al premier sfiduciato: sottovalutare la portata dello scandalo Gurtel e fidarsi ciecamente dei baschi, ancora infastiditi per il modo in cui Madrid aveva affrontato la crisi indipendentista catalana.

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