Partiti in crisi, addio rimborsi d’oro

Partiti in crisi, addio rimborsi d’oro
4 settembre 2015

di Alberto Di Majo

Alla fine i partiti hanno tirato un sospiro di sollievo. Almeno il Pd e Sel, che hanno ottenuto fondi sopra le aspettative. Da due anni, infatti, il finanziamento pubblico è stato ridotto (scomparirà del tutto nel 2017). La nuova legge dà la possibilità ai cittadini di destinare il 2 per mille ai movimenti. Ma se il 2014 era stato nero, quest’anno le cose sono andate decisamente meglio. Il confronto non lascia dubbi: nel 2014 soltanto 16.518 italiani hanno finanziato i partiti con il 2 per mille. Pochissimi, considerati gli oltre 40 milioni di contribuenti. La somma raccolta è stata di 325 mila euro, di cui 199 mila al Pd e 28 mila alla Lega. A Forza Italia 24 mila euro, a Sel 23.287 euro, al Sudtiroler Volkspartei 16.600 euro, al Partito Socialista 9.686 euro, a Fratelli d’Italia 9.326, a Scelta Civica 7.102. Poco più di 4.000 euro a Union Valdotaine. All’Udc 3.084 euro. Ultimo il Partito Autonomista Trentino Tirolese con 656 euro. Nel 2015 le cose sono cambiate, anche se non ci sono ancora i dati per tutti i partiti. I contributi sono saliti a oltre 9 milioni. Di questi, il Pd ha conquistato 5,5 milioni e Sel 900 mila euro. “Quando abbiamo iniziato la battaglia per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, eravamo in pochi a crederci. Sembrava impossibile affermare un modello diverso, trasparente e responsabile – ha rivendicato il premier Renzi – Ci dicevano: ‘Così distruggete la democrazia e la partecipazione’. In realtà, restituire ai cittadini la libertà di finanziare o meno un partito è stato un nostro obiettivo fin dalla Leopolda”.

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Ma quanto hanno perso i partiti rispetto all’era del finanziamento pubblico? Ovviamente parecchio. Per le elezioni del 2013 hanno potuto contare su 159 milioni di euro. Di questi, 45,8 per il Pd, 38 per il Pdl e 42,7 per il MoVimento 5 Stelle. Quest’ultimo, però, ha rinunciato ai soldi, li ha semplicemente lasciati nelle casse dello Stato. Il partito di Monti (due liste diverse alla Camera e al Senato) ha avuto 15 milioni, Sel 5,1, Fratelli d’Italia 1,6 milioni, l’Udc 1,5. Ma nella legislatura precedente i soldi per i partiti erano molti di più, oltre 503 milioni (100 all’anno). Ma la cosa più “stravagante” è che nonostante il referendum del 1993, che con il 90,3 per cento dei voti ha abolito il finanziamento pubblico, i partiti hanno introdotto pochi mesi dopo il sistema dei “rimborsi”. Tra virgolette perché non si è trattato di rimborsi visto che per un euro speso, i partiti hanno ricevuto quasi 5 euro. I dati sono stati messi nero su bianco dalla Corte dei conti, che ha analizzato le elezioni dal 1994 al 2008. Ebbene, a fronte di spese dichiarate per 579 milioni di euro, i partiti hanno ricevuto più di 2 miliardi e 200 milioni di contributi statali. Soltanto prendendo in esame le Politiche, i fondi sono stati divisi così: nel 1994 i partiti hanno avuto quasi 47 milioni di euro, a fronte di 36 spesi; nel 1996 sempre 47 milioni (19 spesi). Nel 2001 c’è stato il grande salto: più di 476 milioni di euro a fronte di 49 milioni di spese certificate.

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Nel 2006 i contributi statali sono arrivati a 499 milioni (le spese erano 122 milioni), nel 2008 il record: 503 milioni, benché le uscite certificate fossero poco più di 110 milioni. Cifre che i partiti hanno ricevuto a rate ma che sono molto lontane dai soldi che gli hanno dato gli italiani in questi due anni. Ancora però possono contare su due rate di “rimborsi” elettorali. L’ultima è di 16 milioni e dovrebbe essere versata nelle casse dei movimenti alla fine di settembre. Ma c’è un intoppo. Secondo la legge approvata dal Parlamento, prima di assegnare i finanziamenti deve esseci una valutazione positiva di statuti e bilanci dei partiti compiuta da una commissione presieduta da un magistrato contabile. Peccato che a giugno scorso il numero uno della Commissione abbia fatto sapere di non riuscire a compiere i suoi compiti per mancanza di mezzi e di personale. Dunque l’ok della Commissione non ci sarà. Significa che i partiti non riceveranno i 16 milioni? Sembra di no, visto che il Pd presenterà una proposta di legge per modificare la norma e per riuscire a ottenere i fondi anche senza la valutazione positiva su bilanci e statuti. Con le casse vuote e tanti licenziamenti già effettuati, i partiti non possono rinunciare alle ultime due rate dei rimborsi elettorali.

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