Pd tiene Brescia e punta su `modello Udine’ per ballottaggi

Pd tiene Brescia e punta su `modello Udine’ per ballottaggi
Elly Schlein
16 maggio 2023

È un bilancio ancora difficile da decifrare, quello del centrosinistra al primo turno delle amministrative. Il Pd di Elly Schlein, alla prima vera prova elettorale, festeggia la vittoria a Brescia con Laura Castelletti – che raccoglie il testimone da Emilio Del Bono – e celebra anche la sempre più probabile conferma a di Gianguido D’Alberto a Teramo. Entusiasmo anche per il testa a testa a Vicenza, città `regno’ del centrodestra dove Giacomo Possamai se la vedrà al ballottaggio col candidato di Lega, Fi e Fdi. Le cose però non vanno bene a Pisa, città che il centrodestra aveva espugnato nel 2018 e che il Pd contava di recuperare e dove, invece, il candidato di Lega, Fi e Fdi potrebbe vincere di nuovo già al primo turno. Negativo il risultato di Latina, dove il centrodestra stravince al primo turno dopo anni di amministrazione del centrosinistra.

E anche ad Ancona, città amministrata dal centrosinistra, la candidata Ida Simonella è indietro di oltre 4 punti rispetto a Daniele Silvetti del centrodestra, anche se la sfida si deciderà al ballottaggio. Senza contare che a Terni il centrosinistra non arriva nemmeno al secondo turno. L’asticella, come spiegava qualche giorno fa il responsabile enti locali Davide Baruffi, era confermare la guida nelle città già amministrate dal centrosinistra (a cominciare da Brescia e Ancona), riconquistare terreno in Toscana – dove appunto Pisa, Siena e Massa erano state vinte dal centrodestra cinque anni fa – e tentare il colpo a Vicenza. Di fatto, la partita è ancora da giocare e appunto sarà decisivo il “secondo tempo”, cioè appunto il ballottaggio che si terrà tra due settimane.

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Baruffi, a `Metropolis’, trasmissione dei siti del gruppo Gedi, la mette così: “Veniamo da una situazione dove il centrodestra amministrava due terzi dei comuni capoluogo e adesso siamo a una sorta di testa a testa. Sono poche le conferme al primo turno e molti gli scontri diretti che si risolveranno tra due settimane”. In particolare, “sono confidente che ad Ancona il risultato sia positivo, M5s non è in coalizione e credo si possa fare bene”. Il riferimento è agli apparentamenti che potranno essere siglati in queste due settimane, seguendo il “modello Udine”. Uno schema su cui il Pd conta molto. Ad Ancona, per esempio, il candidato M5s si ferma sotto al 4%, ma i suoi voti M5s sono pari più o meno alla differenza che separa la Simonella dal candidato del centrodestra. Anche a Vicenza il candidato sindaco 5 stelle raccoglie meno del 2%, ma i suoi voti potrebbero diventare decisivi al secondo turno.

Stessa situazione a Massa, dove il candidato sostenuto dal Pd è indietro di circa 4 punti rispetto a quello del centrodestra e dove Daniela Bennati sostenuta da M5s e Unione popolare supera il 5%. Certo, l’alleanza col partito di Giuseppe Conte non ha dato grandi risultati al primo turno. Pd e 5 stelle erano insieme solo in 4 capoluoghi su 13: Latina, Pisa, Teramo e Brindisi. La coalizione giallo-rossa ha funzionato bene solo a Teramo, riconquistata al primo colpo, mentre a Latina la sconfitta è stata netta, a Pisa si capirà solo con lo scrutinio dell’ultimo seggio se il centrodestra vincerà di nuovo e a Brindisi si andrà ad un ballottaggio non facile. Ma, appunto, alla fine conterà il numero di città amministrate dopo il ballottaggio anche a Vicenza: “Un candidato come Possa mai è davanti – dice Baruffi – un comune amministrato dalla destra dove giochiamo per vincere al ballottaggio”. Con la speranza che Brescia sia l’anteprima di quello che succederà tra 15 giorni.

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