Pensioni, assegni bloccati: da giugno non prendete neanche più un euro

Soldi (Pixabay) IlFogliettone

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Possibili novità non piacevoli per alcuni gruppi di pensionati che nel prossimo futuro vedranno sospesa l’erogazione. 

Il sistema pensionistico italiano si basa su un modello prevalentemente contributivo, affiancato da elementi retributivi per chi ha maturato anzianità prima del 1995. Nel sistema contributivo, l’importo della pensione è direttamente collegato all’ammontare dei contributi versati durante la vita lavorativa, rivalutati annualmente in base alla crescita nominale del PIL.

Per i lavoratori con anzianità contributiva anteriore al 1996, una quota della pensione viene calcolata con il sistema retributivo. Questo sistema si basa sulla media degli ultimi redditi percepiti e sull’anzianità contributiva. La coesistenza dei due sistemi determina l’importo finale della pensione per molti attuali pensionati e futuri pensionandi con una carriera mista.

L’accesso alla pensione di vecchiaia è attualmente subordinato al raggiungimento di specifici requisiti di età (attualmente 67 anni) e di un minimo di anni di contributi (attualmente 20 anni). Esistono poi diverse forme di pensionamento anticipato, che permettono di accedere alla pensione prima del raggiungimento dell’età di vecchiaia, al verificarsi di determinate condizioni.

La gestione del sistema pensionistico è affidata principalmente all’INPS, che si occupa della riscossione dei contributi, della gestione dei fondi e dell’erogazione delle prestazioni pensionistiche e assistenziali. Il sistema è finanziato attraverso i contributi versati dai lavoratori attivi e dai datori di lavoro.

APE sociale e Quota 103

L’APE Sociale è un anticipo pensionistico rivolto a specifiche categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati, invalidi e coloro che svolgono lavori gravosi. Permette di andare in pensione anticipatamente al raggiungimento di almeno 63 anni e 5 mesi di età e un minimo di 30 anni di contributi. L’importo è limitato a 1.500 euro lordi mensili e non è reversibile.

Quota 103 è una forma di pensione anticipata flessibile che consente l’uscita dal lavoro al raggiungimento di almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025. La pensione liquidata con Quota 103 è calcolata interamente con il sistema contributivo e, fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni), non può superare quattro volte il trattamento minimo.

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Erogazione sospesa per alcuni pensionati

Chi percepisce la pensione con APE Sociale o Quota 103 deve fare molta attenzione in caso di ripresa dell’attività lavorativa. La normativa prevede un divieto assoluto di svolgere qualsiasi tipo di lavoro dipendente, sia con contratto a tempo determinato che indeterminato. Allo stesso modo, è vietato svolgere attività di lavoro autonomo con partita IVA o con un contratto di collaborazione continuativa.

L’unica eccezione consentita riguarda il lavoro autonomo occasionale, a condizione che il reddito annuo lordo derivante da tale attività non superi i 5.000 euro. Superare questo limite o intraprendere attività lavorative non consentite comporta la sospensione totale della prestazione pensionistica da parte dell’INPS. È quindi fondamentale essere pienamente consapevoli di queste restrizioni per evitare la revoca del beneficio.