Le fibrosi polmonari al centro: un impegno condiviso per i pazienti
Un investimento di 6,2 miliardi per la ricerca: il paziente al primo posto
Boehringer Ingelheim, con un investimento annuo di 6,2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, pari al 24% del fatturato, pone il paziente al centro della sua missione. Lo ha sottolineato Francesco Di Marco, Global Head of Human Pharma Regions, durante la conferenza stampa “Le fibrosi polmonari: un bisogno di salute pubblica insoddisfatto”, tenutasi al Senato a Roma. L’evento ha visto la presentazione di un documento con quattro proposte chiave, elaborato da società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti istituzionali, per migliorare la gestione delle fibrosi polmonari.
Un nuovo farmaco per cambiare la vita dei pazienti
Di Marco ha evidenziato i progressi nella ricerca sulle fibrosi polmonari, un’area in cui Boehringer Ingelheim vanta quasi un secolo di esperienza. “Abbiamo introdotto i primi farmaci per le fibrosi multiple, ma eravamo consapevoli che non bastavano. Con lo studio ‘Fibroneer’, presentato di recente negli Stati Uniti, abbiamo ottenuto risultati positivi dopo dieci anni, con l’Italia che ha avuto un ruolo chiave nel coordinamento”, ha dichiarato. Il nuovo farmaco, ora in fase di iter regolatorio, promette di rivoluzionare la vita dei pazienti, rappresentando un traguardo che rende l’azienda orgogliosa del suo impegno.
Collaborazione tra stakeholder
Le fibrosi polmonari, patologie complesse con impatti devastanti simili a quelli di un tumore, richiedono una gestione integrata. “La collaborazione tra tutti gli attori – medici di base, pneumologi, reumatologi, radiologi e associazioni di pazienti – è essenziale per una diagnosi precoce e una presa in carico a 360 gradi”, ha spiegato Di Marco. Questo approccio multidisciplinare è fondamentale per migliorare la qualità di vita dei pazienti, un obiettivo che richiede l’impegno congiunto di istituzioni, sanità e associazioni.
L’appello
Durante l’evento al Senato è stato lanciato un appello per aumentare la consapevolezza su queste patologie, spesso non adeguatamente considerate. “È stato significativo vedere politica, associazioni e aziende unite per riconoscere che i pazienti non stanno ancora bene e per discutere soluzioni concrete”, ha commentato Di Marco. L’innovazione, infatti, raggiunge il suo scopo solo quando arriva ai pazienti, e ciò richiede una collaborazione strutturata tra tutti i soggetti coinvolti.
L’Italia, pilastro nella ricerca globale
L’eccellenza italiana si conferma cruciale per Boehringer Ingelheim. “Il 90% dei nostri studi clinici coinvolge l’Italia, grazie alle sue eccellenze e opinion leader di fama mondiale che coordinano e contribuiscono al successo della ricerca”, ha aggiunto Di Marco. Questo ruolo strategico rafforza l’impegno dell’azienda a investire in Italia, un Paese che influenza le scelte globali di Boehringer Ingelheim e contribuisce a portare nuove speranze ai pazienti di tutto il mondo.