Petrolio, effetto boomerang sfida di Biden all’Opec

Petrolio, effetto boomerang sfida di Biden all’Opec
Joe Biden
24 novembre 2021

Paradossale effetto boomerang sui prezzi del petrolio dall’annuncio di Joe Biden sul ricorso alle riserve strategiche Usa. Se l’intendo era quello di calmierare i prezzi, dato che i rincari del greggio dei mesi passati sono stati il principale fattore alla base degli aumenti di carburanti e inflazione, il risultato è stato diametralmente opposto: ha innescato nuovi aumenti. In serata il petrolio accentua ulteriormente gli aumenti, con il barile di Brent, il greggio del mare del Nord in rialzo di oltre il 3% a 82,29 dollari. Il West Texas Intermediate sale del 2,28% a 78,50 dollari. Il presidente Usa, Joe Biden, ha ordinato il rilascio di 50 milioni di barili di petrolio delle riserve strategiche, come parte degli sforzi per abbassare i prezzi e affrontare la mancanza di offerta. L’azione è in coordinamento con altri Paesi, tra i quali Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito.

Biden è stato costretto a intervenire per motivi economici ma anche politici soprattutto dopo che i suoi ripetuti appelli all’Opec per aumentare l’offerta sono caduti nel vuoto. È la prima volta che Washington coordina una azione del genere insieme a paesi che sono i maggiori consumatori di petrolio del mondo: “Gli elevati prezzi della benzina sono un problema, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo”, ha detto il presidente americano, ricordando come anche in passato gli States hanno sperimentato rialzi dei prezzi alla pompa. “Questo non significa che dobbiamo stare a guardare: per questo ho ordinato il rilascio delle riserve petrolifere strategiche, il maggiore di sempre. Aiuterà”, ha aggiunto Biden. Lo sforzo di Washington di collaborare con le principali economie asiatiche per abbassare i prezzi dell’energia è un avviso all’Opec affinché intervenga sui prezzi del greggio aumentati da inizio anno di quasi il 60%.

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Un aumento che secondo il presidente statunitense non è legato ai problemi climatici: “Il caro-benzina non è legato alla lotta al cambiamento climatico”, così Biden, che ha sottolineato come i prezzi alla pompa non stiano calando nonostante quelli all’ingrosso stiano scendendo: “È inaccettabile che le aziende incassino i guadagni”, ha concluso il presidente. L’Opec si riunirà il prossimo 2 dicembre per discutere la politica produttiva e molti si chiedono quale sarà la risposta a questa operazione. Finora le decisioni prese da Russia, Arabia Saudita e soci sono state assolutamente prudenti dopo il crollo delle quotazioni del 2020 a seguito della pandemia. Finora i paesi dell’organizzazione hanno incrementato l’offerta di 400.000 barili al giorno (bpd) ogni mese – un ritmo che Washington considera troppo lento – e c’è preoccupazione in una recrudescenza dei casi di coronavirus che potrebbe nuovamente ridurre la domanda. 

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