Più tracciabilità a difesa del Made in Italy. Plaude la Coldiretti
La misura è stata decisa dopo le proteste degli agricoltori e di Coldiretti che chiedevano di contrastare le aggressioni al Made in Italy da parte di Aziende che lavorano nel nostro Paese prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario per poi immetterli sul mercato come “prodotti italiani”.
Buone notizie per il Made in Italy e soprattutto per le imprese agricole. “Saranno finalmente resi pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per la produzione alimentare, dopo le proteste degli agricoltori sul Brennero e le molteplici iniziative di mobilitazione messe in campo da Coldiretti al fine di contrastare le aggressioni al Made in Italy conseguenti alla lavorazione nel nostro Paese di prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario e la successiva messa in commercio come prodotti autenticamente italiani”. E’ quanto comunica in una nota il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Dunque, una maggiore tracciabilità per i prodotti agricoli Mady in Italy a difesa soprattutto delle imprese che da anni subiscono l’annoso fenomeno della contraffazione con la perdita di milioni e milioni di euro di fatturato.
“Finora – prosegue la nota del ministro – una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza – come testimoniato dallo scandalo della carne di cavallo – provocando gravi turbative sul mercato ed ansia e preoccupazione dei consumatori, a fronte all’impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti. Una mancanza di trasparenza che ha favorito anche il verificarsi di inganni a danno di prodotti simbolo del Made in Italy, con il concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, l’olio di oliva proveniente dalla Spagna o i prosciutti provenienti dalla Germania ‘spacciati’ per Made in Italy”.
Plauso arriva dalla Coldiretti che parla di “grande vittoria “. “Anche gli agricoltori dell’Isola hanno partecipato in massa alle proteste al Brennero – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione -. Basti pensare agli agrumi, al latte o ai formaggi o al concentrato di pomodoro o ancora all’olio d’oliva per arrivare alle patate. Si tratta di produzioni in cui la Sicilia ha dei primati – concludono – che vengono minacciati proprio da queste importazioni sempre più massicce”.