Conte: Renzi chiarisca. L’ex premier: “Siamo alleati, non sudditi”

13 febbraio 2020
Matteo Renzi tiene in fibrillazione il governo, ribadendo che i ministri di Italia Viva non presenzieranno il Consiglio dei ministri per votare la riforma Bonafede. E così sulla prescrizione il confronto interno alla maggioranza assume toni di scontro. “Italia Viva deve dare un chiarimento non solo a noi, ma agli italiani. In Parlamento hanno dato la fiducia al governo perché si lavorasse, devono dire al Paese con quale atteggiamento vogliono continuare” sbotta il premier Giuseppe Conte, rimarcando che “loro (renziani, ndr) sono da parte mia non rispettati, ma di più”. E’ questa l’aria che tira all’interno del Conte 2 che non riesce ad attuane nessun azione di governo che dia un minismo slancio all’economia italiana, sempre più in fondo alla classifica Ue. 

Immediata la replica di Matteo Renzi: “Siamo in democrazia e possiamo non essere d’accordo su tutto: non siamo dei sudditi, siamo degli alleati”. “Se il presidente del Consiglio ha voglia di lavorare insieme a noi per rendere la giustizia più veloce ‘evviva’, noi ci siamo”, aggiunge l’ex premier evidenziando di non voler diventare un “giustizialista a 5 Stelle”. “Ho fatto un governo con i grillini per evitare che Salvini prendesse pieni poteri, non è che mi son bevuto il capo e divento grillino, mi iscrivo alla piattaforma Rousseau e divento giustizialista anche io”, chiosa.

Le due ministre di Italia viva non si presenteranno stasera al Consiglio dei ministri? “Non lo so, questo devono decidere sulla base di che cosa discutono”, dice il leader di Iv, Matteo Renzi. “E’ chiaro – aggiuge – che noi diamo una mano al Governo sui tutte le cose su cui siamo d’accordo. Sul punto della prescrizione, com’è noto ampiamente noto, Iv andrà da solo in quanto non condivide la linea del Governo. Quindi su questo singolo punto non siamo d’accordo e lo diremo, non so in che forme, se non votando, non partecipando al voto, dipende da quello che c’è in Consiglio dei ministri. Quindi se c’è la prescrizione no, su tutto il resto si va avanti”. “Forse è il caso adesso – prosegue l’ex capo del Governo – di smetterla con le polemiche. C’è un punto, importante, per carità, su cui non siamo d’accordo, abbiamo cercato a tutti i costi di trovare un compromesso, non l’abbiamo trovato, perlomeno non adesso, magari nei prossimi due mesi questo compromesso potrà arrivare. Quindi alla luce di quello che potrà venire decideremo sul punto della prescrizione”.

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Intanto, Bonafede ha ribadito che non c’è una ulteriore mediazione, l’accordo sul lodo conte bis. “Io penso – commenta Renzi – che le posizioni siano molto chiare: noi non siamo d’accordo su questa idea, per un motivo semplice, perché trasforma i cittadini in imputati a vita. Alla luce di questo, Bonafede può tenersi le sue idee. Spero per lui che abbia la maggioranza, al Senato non credo che l’abbia”. “Il sondaggio Ipsos – dice ancora Renzi a proposito dello scontro nella maggioranza sulla prescrizione – dice che il 75 per cento pensa che noi lo facciamo per visibilità, che il 55 per cento è contrario alla posizione e che il 5 per cento capisce di cosa stiamo parlando. Un politico può scegliere: uno è quello di inseguire i sondaggi oppure di spiegare al restante 95 per cento delle persone, quanto è importante questa discussione”.

Nicola Zingaretti, da parte sua, continua a ribadire che “non credo che siamo alla vigilia o alla presenza di una crisi che nessuno ha dichiarato”. “Conte ha chiesto a tutti un atto di chiarezza – dice il segretario del Pd -. E’ evidente che la fine di questo governo coincida con la fine della legislatura, ma non credo siamo a questo punto”. Per Zingaretti, ovviamente “è prerogativa del premier reagire a fibrillazioni che a questo punto è giusto vengano prese sul serio e su cui si chiede una maggiore forma di collegialità. Se nel Paese si ricostruisce una agenda progressista che segni una differenza netta davanti ai programmi dell’odio i motivi e le possibilità per andare avanti sono molte. Noi non facciamo diktat, mettiamo a disposizione dei contenuti”.
 
Dall’opposizioni si è certi che “la crisi è alla luce del sole: da Conte viene una posizione molto corretta. Si avvicina il voto a giugno, ogni illusione di rabberciare nuove maggioranze e nuovi governi è velleitaria”. A parlare è Gianfranco Rotondi, vicepresidente dei deputati di Fi-Dc, secondo il quale “se cade il governo si vota a giugno, dopo il referendum e le modifiche dei collegi. Non vedo spazio per un nuovo governo: lo impedirebbero Zingaretti e Meloni, prima ancora che Salvini. Conte sarà l’ultimo premier della legislatura ma a questo punto non saprei dire quanto durerà la legislatura”.
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