Prescrizione, governo ancora spaccato. Accordo M5s, Pd e Leu. Iv si defila

Prescrizione, governo ancora spaccato. Accordo M5s, Pd e Leu. Iv si defila
Alfonso Bonafede e Matteo Renzi
7 febbraio 2020

E’ bastata un’ora e mezza per mettere in chiaro tutte le differenze all’interno della maggioranza sul tema della prescrizione. Una maggioranza spaccata sul “lodo Conte bis”. M5s, Pd e Leu hanno siglato un accordo che fa scattare il blocco della prescrizione dopo la condanna in primo grado e lo fa diventare definitivo dopo una seconda condanna in Appello. Italia Viva però ha votato contro avvisando gli alleati che non sosterrà questa mediazione e “nel momento in cui andremo in Parlamento si prenderà le sue responsabilità” commenta del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al termine del vertice. “Da parte mia non c’è stata alcuna rigidità – aggiunge il ministro -. Viene il momento in cui dal mio punto di vista si deve accettare che ci sono tre forze politiche che hanno accettato l’accordo e una no. E non si dica che non c’è stato dialogo o coinvolgimento, credo che siamo all’ottavo vertice”. Lo stesso Guardasigilli annuncia che lunedì verrà approvato il disegno di legge delega in Cdm, “e finalmente si parte con la riforma per abbreviare i tempi e garantire che non ci siano più isole di impunità”.

Ma i renziani non mollano. “Noi non siamo d’accordo sul merito e speriamo che lunedì in Cdm non ci sia all’odg un decreto legge con il lodo Conte bis”. La deputata Lucia Annibali di Italia viva, dal canto suo ricorda che “la prima votazione sarà in commissione alla Camera la prossima settimana con il mio lodo come emendamento al decreto legge milleproroghe. Poi, sempre alla Camera, ci sarà la votazione sul ddl Costa”. Sul lodo Conte bis “intanto vediamo se arriva in Cdm lunedì, c’è ancora tempo, oggi è solo giovedì…”. Per il Pd, il comportamento dei renziani è “incomprendibile”. “Abbiamo raggiunto un’intesa – afferma Walter Verini, responsabile Pd sulla giustizia -.  Abbiamo fatto dei passi avanti, altre forze come Iv sono rimaste incomprensibilmente ferme sulle loro posizioni”. Quindi, “ognuno di noi si prenderà le sue responsabilità in Parlamento”.

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