Quirinale, Padoan e Mattarella in pole. Perde quota la Finocchiaro

Quirinale, Padoan e Mattarella in pole. Perde quota la Finocchiaro
27 gennaio 2015

Rassicurazioni alla minoranza Pd, contatti informali con alleati di governo e Fi, riunioni con la delegazione democratica che gestisce la pratica-Quirinale: Matteo Renzi prepara il terreno per le votazioni del nuovo capo dello Stato e l’obiettivo resta quello di eleggere il presidente sabato, al quarto scrutinio. Il borsino del Transatlantico, ieri, indicava soprattutto il nome di Pier Carlo Padoan come favorito, con Sergio Mattarella al secondo posto, mentre solo dopo venivano i nomi di Walter Veltroni, Piero Fassino e Anna Finocchiaro. In tanti, però, avvertono che Renzi terrà il vero nome coperto fino all’ultimo, tanto che probabilmente non verrà reso noto nemmeno il 29, il giorno dell’inizio delle votazioni, ma probabilmente solo venerdì sera o sabato mattina, all’immediata vigilia della quarta votazione, quella in cui il quorum scende. Di sicuro, bisognerà vedere quali saranno domani, durante i colloqui con le forze politiche, le reazioni di centristi e Fi all’ipotesi Padoan, che Berlusconi non sembrerebbe apprezzare troppo.

La minoranza Pd ha apprezzato i toni pacati del premier in assemblea, ma in realtà Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Gianni Cuperlo temono davvero che Renzi punti a metterli di fronte ad un nome ‘prendere o lasciare’ concordato innanzitutto con Silvio Berlusconi. Al momento, infatti, tutti i leader della minoranza assicurano di non avere avuto vere indicazioni da Renzi, né direttamente, né indirettamente, sul possibile candidato. I contatti con le varie aree del partito sono affidati a Roberto Speranza, Matteo Orfini, Lorenzo Guerini: il vice-segretario Pd oggi in Transatlantico è andato personalmente a parlare con la Bindi.

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Di sicuro, dall’incontro con i gruppi parlamentari Pd è venuta un’indicazione chiara: il candidato deve essere un politico e non un tecnico. Una richiesta che viene non solo dalla minoranza Pd e che difficilmente Renzi potrà ignorare se non vorrà vedere aumentare franchi tiratori che, comunque, ci saranno. Da questo punto di vista, il profilo di Padoan sembra in contrasto con questa esigenza, anche se Matteo Orfini oggi ricordava che è “un ministro di un governo politico”. D’altro canto, la Finocchiaro, spiegano fonti sia renziane che della minoranza, potrebbe non avere un appoggio compatto della sinistra Pd a causa della sua condotta ritenuta da molti “troppo renziana” negli ultimi tempi.

Incontri o almeno contatti telefonici di Renzi con i principali esponenti democratici ci saranno nei prossimi giorni, prima di giovedì, questo viene dato per scontato sia da parlamentari vicini al leader Pd che dagli esponenti della minoranza, ma è lo schema di gioco di Renzi che ancora non si riesce davvero a decifrare, al di là dei toni morbidi (“Non faccio l’elogio del franco tiratore ma difendo il diritto di dissenso”). Il Pd, è il messaggio che molti stanno facendo arrivare al leader, può anche accettare l’idea del nome secco, purché ci si arrivi attraverso un percorso “condiviso”, ovvero avendo davvero sondato gli umori e i desideri delle varie anime. “Se lui ci mette davanti al fatto compiuto – ragiona un deputato della minoranza – poi serve un nome indiscutibile, altrimenti rischia”. Anche parecchie aree della maggioranza renziana, infatti, potrebbero sfilarsi di fronte a un nome “non indiscutibile”.

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