Regionali Puglia, Meloni a Bari sfida i sondaggi: “Puntiamo a vincere, nessun risultato è già scritto”
La premier chiude la campagna elettorale con Tajani, Salvini e Lupi al Teatro Team. Rivendica 17 miliardi in più per la sanità e attacca le opposizioni sul referendum costituzionale. Lobuono promette la vittoria contro Decaro, favorito dai pronostici.
Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani
Le elezioni regionali pugliesi del 23 e 24 novembre rappresentano la sfida più difficile per il centrodestra al governo: tutti i sondaggi accreditano un vantaggio superiore ai 10 punti per l’eurodeputato del Partito Democratico Antonio Decaro sul candidato della coalizione Luigi Lobuono. Eppure la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ieri sera ha chiuso la campagna elettorale a Bari, ha respinto i pronostici: “Non ci sono risultati già scritti in partenza, puntiamo a vincere”. Al Teatro Team del capoluogo adriatico, con i vicepremier Tajani e Salvini e il leader di Noi Moderati Lupi, la premier ha rivendicato 17 miliardi di investimenti in sanità.
Davanti alla platea della coalizione, la presidente del Consiglio ha accusato le forze di centrosinistra di atteggiamento “supponente” verso l’elettorato avversario. Nel ricordare Pinuccio Tatarella a 90 anni dalla nascita, Meloni ha richiamato l’unità dell’alleanza e difeso le misure fiscali della manovra: “La sinistra dice che aiutiamo i ricchi perché aiutiamo chi guadagna 2.400 euro al mese, ci vuole coraggio a dirlo”. Sulla mobilitazione sindacale ha criticato la scelta del segretario della Cgil Maurizio Landini di proclamare lo sciopero contro la legge di bilancio per un venerdì: “Non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì”.
Referendum giustizia, Meloni: “Non determinerà i destini del governo”
Sul fronte delle riforme costituzionali, in particolare quella della giustizia sottoposta a referendum confermativo, la presidente del Consiglio ha escluso che l’esito della consultazione possa determinare la durata dell’esecutivo. Rivolta alle opposizioni, Meloni ha affermato: “Loro sanno che sono norme di buon senso e infatti che dicono? Votate no al referendum per mandare a casa la Meloni. Ma mettetevi l’animo in pace, arriveremo a fine legislatura e chiederemo il giudizio degli elettori: la Meloni la possono mandare a casa solo gli elettori. Una cosa alla quale la sinistra non è abituata: la democrazia”.
La presidente del Consiglio ha quindi rivendicato gli stanziamenti sanitari del governo: “Abbiamo aumentato le risorse di 17 miliardi da quando ci siamo insediati, la sinistra usa un pallottoliere truccato”. L’attacco si è quindi concentrato sull’amministrazione regionale uscente: “La Puglia governata da loro è l’ultima regione in Italia per rispetto dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie”.
Lobuono promette la vittoria, gli alleati attaccano le contraddizioni del centrosinistra
Il candidato presidente Luigi Lobuono, imprenditore scelto dal centrodestra dopo lunghe incertezze, ha dichiarato: “Voglio essere molto chiaro: noi siamo qui per vincere questa sfida”. I leader della coalizione hanno puntato sulle contraddizioni del campo avverso. Maurizio Lupi ha sottolineato: “Gli esponenti del centrosinistra dicono che serve un cambiamento radicale, gli stessi che governano in Puglia da 30 anni. Addirittura Decaro si vergogna di candidare il governatore uscente. Il governo di centrosinistra è bocciato dallo stesso centrosinistra”.
Antonio Tajani ha invitato i suoi a conquistare elettori centristi delusi: “C’è da andare a occupare uno spazio che si sta man mano liberando. I leader di Pd, M5S e AVS hanno intonato la marcia funebre per il centrosinistra. Il centrosinistra non c’è più, esiste solo la sinistra”. Dopo un lapsus sul nome dello stadio barese (chiamato San Paolo invece che San Nicola, corretto dalla folla), il vicepremier ha annunciato: “La prossima settimana Forza Italia presenterà un progetto per affrontare il tema della Xylella in maniera diametralmente opposta alle proposte della Regione”.
Salvini rilancia su scuola e immigrazione: “Chi non rispetta i nostri valori fuori”
Matteo Salvini ha puntato sui temi identitari. Sulla scuola ha rivendicato l’operato del ministro Valditara per garantire “una scuola libera dalle ideologie e dalle schifezze gender”. Sul fronte migranti ha accusato l’Unione europea di farne entrare troppi e lanciato un avvertimento: “Il termine remigrazione può e deve essere oggetto di discussione anche in Italia”.
Per il vicepremier leghista “il problema non è il Dio in cui si crede, ma pretendere che chi arriva in Italia rispetti la nostra storia, la nostra cultura, i nostri simboli, la nostra religione, la nostra Costituzione. Chi non è disposto a farlo fuori dalle palle, dal primo all’ultimo”.
I pugliesi sono chiamati alle urne il 23 e 24 novembre. La sfida è considerata la più difficile per la maggioranza di governo, ma il centrodestra promette di giocarsi ogni carta fino all’ultimo voto.
