Relatrice Onu accusa Israele di “genocidio” e “pulizia etnica”. Negoziati in corso a Doha

Relatrice Onu accusa Israele di “genocidio” e “pulizia etnica”. Negoziati in corso a Doha
27 marzo 2024

La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, Francesca Albanese, ha spiegato in un nuovo rapporto sulla situazione a Gaza, che “ci sono fondati motivi” per ritenere che Israele abbia commesso diversi “atti di genocidio” nell’ambito dell’offensiva nell’enclave palestinese da ottobre. “La natura travolgente e la portata dell`assalto israeliano a Gaza e le condizioni di vita distruttive che ha causato rivelano l`intento di distruggere fisicamente i palestinesi come gruppo”, ha affermato Albanese.

La relatrice, incaricata dal Consiglio per i diritti umani, dovrà presentare il suo rapporto oggi alle Nazioni Unite a Ginevra. Il rapporto – intitolato “Anatomia di un genocidio” – conclude “che ci sono fondati motivi per ritenere che sia stata raggiunta la soglia che indica che sono stati commessi atti di genocidio” contro i palestinesi di Gaza. Intanto, un edificio residenziale è stato colpito in un attacco israeliano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza: almeno 18 persone sono morte, hanno reso noto fonti del personale di soccorso locale, citate dalla stampa israeliana. Tra le vittime figurano anche nove bambini, secondo quanto spiegato. Nello stabile risiedevano tre famiglie, hanno aggiunto le fonti.

 

 

La Mezzaluna Rossa Palestinese, dal canto suo, ha dichiarato che le truppe israeliane hanno forzato l`evacuazione del personale rimanente e dei pazienti dell`ospedale Al Amal di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, e poi hanno bloccato l`ingresso alla struttura. Domenica, la Mezzaluna Rossa aveva già denunciato di avere perso i contatti con il proprio personale dell`ospedale Al Amal. “L’ospedale Al-Amal, a Khan Yunis, è fuori servizio dopo che le forze di occupazione hanno costretto il personale dell’ospedale e i feriti a evacuarlo e ne hanno chiuso gli ingressi con barriere di terra”, ha precisato la Mezzaluna Rossa Palestinese su X. Sul fronte diplomatico, il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, ha detto che i colloqui sulla tregua a Gaza e lo scambio di ostaggi sono ancora “in corso”, mentre non c’è “alcun sviluppo che lascerebbe pensare che una delle delegazioni si sia ritirata dalle trattative”. Inoltre, la risoluzione Onu approvata lunedì non avrebbe avuto alcun “impatto immediato”, come sostenuto da Israele.

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In conferenza stampa a Doha, ha dichiarato: “Non c’è stato alcuno sviluppo che faccia pensare che una delle delegazioni si sia ritirata dalle trattative in questo momento. Indipendentemente dal via vai di queste delegazioni, i loro incontri sono ancora in corso qui a Doha. E posso confermare che i negoziati, una parte delle delegazioni dei negoziati, sono ancora qui a Doha per condurre le trattative nel momento in cui parliamo”. “Non abbiamo visto alcun effetto immediato sui colloqui. Come ho detto, proseguono come proseguivano prima che la decisione (della risoluzione Onu sul cessate il fuoco immediato, ndr) fosse presa. Le altre dichiarazioni del governo israeliano sono bilaterali con gli Stati Uniti e Israele. Non hanno avuto impatto sui colloqui in corso”, ha aggiunto.

 

 

“Su ciò che riguarda la risoluzione del Consiglio di sicurezza, abbiamo detto molto chiaramente che salutiamo una simile iniziativa, perché salutiamo tutte le iniziative diplomatiche internazionali, che siano regionali o internazionali, tese a mettere fine a questo terribile conflitto. E questa viene dal Consiglio di sicurezza, un linguaggio simile è molto utile. Speriamo che questo slancio prosegua e che potremo appoggiarci su questa decisione per accelerare la fine di questa guerra”, ha concluso. 

Sempre sul fronte diplomatico, il segretario di Stato americano Antony J. Blinken ha incontrato a Washington il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Blinken, si legge in una dichiarazione del Dipartimento di Stato, ha “ribadito il sostegno degli Stati Uniti per garantire la sconfitta di Hamas, anche a Rafah”, ribadendo al contempo “l`opposizione ad un`importante operazione di terra a Rafah che metterebbe ulteriormente a repentaglio il benessere degli oltre 1,4 milioni di civili palestinesi che vi si rifugiano”. Blinken “ha sottolineato che esistono alternative ad una grande invasione di terra che garantirebbero meglio la sicurezza di Israele e proteggerebbero i civili palestinesi”. Il segretario di Stato ha anche discusso della “necessità” di “sostenere una ulteriore assistenza umanitaria per soddisfare le esigenze dei civili a Gaza”.

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