Renzi insiste su voto e punta a Pd senza rotture. Orlando smentisce intesa con Franceschini

Renzi insiste su voto e punta a Pd senza rotture. Orlando smentisce intesa con Franceschini
8 febbraio 2017

“La linea di Renzi è ancora voto, voto, voto. E l’asse Franceschini-Orlando non fa che rafforzarla”. A dirlo è un deputato renziano, che ha sentito in queste ore il segretario, che oggi ha passato la giornata al Nazareno. “Sta lavorando – spiega – alla proposta da portare lunedì in direzione, per approvare la legge elettorale in tempi brevi e poter andare a votare a giugno. Non sarà facile ma l’obiettivo è questo. Vuole votare ora, anche per approfittare del momento di difficoltà del M5s per il caso Raggi”. Dunque l’intenzione di Renzi è di uscire dalla direzione con maggiore “chiarezza” sui prossimi mesi. “Lunedì in direzione ci sarà la proposta di un percorso”, conferma il capogruppo Dem alla Camera, Ettore Rosato, e da parte di Renzi ci sarà lo “sforzo di tenere unito il Pd, di far sentire che è la casa di tutti”. Anche se i renziani sono ormai convinti che alla fine “una scissione ci sarà”. Anche oggi Pierluigi Bersani è tornato ad attaccare il segretario, ma anche gli altri ‘big’ del partito: basta, ha detto, con “giochini” e “indovinelli”, bisogna “dire con chiarezza quando si vota, per me bisogna dire che si vota nel 2018 e da lì in giù si mette in fila tutto”.

ORLANDO-FRANCESCHINI Parole che fanno infuriare gli uomini vicini al segretario: “E’ normale – chiede il senatore Andrea Marcucci – che Bersani attacchi ogni giorno il Pd ed il suo segretario Renzi? La minoranza non pensi solo ad organigrammi interni, fuori c’è l’Italia”. Ma proprio da Palazzo Madama parte una lettera di 40 senatori e senatrici Pd per sostenere il governo Gentiloni fino al termine naturale della legislatura. Ai senatori la risposta, indiretta, arriva ancora da Rosato, che assicura: “Non do una scadenza al governo, ma neanche mi lego al 2018”. Ma non è tanto la sinistra Pd a impensierire il segretario, quanto i rumors su una intesa tra Dario Franceschini e Andrea Orlando, usciti questa mattina su alcuni quotidiani. Voci che il ministro della Giustizia bolla come “fandonie” e che sono oggetto di accuse incrociate: i parlamentari vicini a Orlando e Franceschini parlano di “veline” renziane, i fedelissimi del segretario di “complotto”. “La verità, probabilmente, sta nel mezzo”, confida un altro deputato Dem vicino all’ex presidente del Consiglio.

Leggi anche:
Arianna Meloni apre "sua" campagna. "Ma non mi candido"

40 PAGINE “Ma se Renzi – prosegue – lunedì arriverà con una proposta non credo che Franceschini e Orlando abbiano la forza di mettersi di traverso”. Se dunque il percorso sarà votare a giugno facendo in tempi stretti la legge elettorale (“Se c’è la volontà politica è possibile farla in un mese e mezzo”, ribadisce Rosato) il problema è su quale modello. Renzi, ormai, è disposto a trattare senza preclusioni, purchè si trovi l’accordo. E forse il modello che più potrebbe riscuotere consensi è quello che prevede il premio alla coalizione proposto da Franceschini. Anche Gianni Cuperlo, però, ha consegnato al segretario e depositato in commissione un testo di 40 pagine che prevede, tra l’altro, l’abolizione dei capilista bloccati, un premio di maggioranza contenuto, i collegi elettorali. “Se non si vuole fare una semplice opera di rammendo – spiega – penso sia un buon punto di partenza”. Tra il Pd e gli altri partiti, rivela uno “sherpa”, ci sono “contatti quotidiani” per mettere a punto un testo condiviso e il messaggio che riportano al Nazareno è che è possibile trovare un’intesa. Ma da qui a poter dire che l’obiettivo è a portata di mano ce ne corre.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti