Renzi teme ‘schema Liguria’ e avverte: occhio a Fassina

Renzi teme ‘schema Liguria’ e avverte: occhio a Fassina
11 novembre 2015

di Enzo Marino

Altro che valutazioni caso per caso, altro che discussione sul nome di Giuseppe Sala o sulle alleanze, per il Pd le mosse di Sinistra italiana in vista delle amministrative rispondono ad una “strategia nazionale”, che, banalmente, è la riproposizione dello “schema Liguria”, ovvero la concorrenza a sinistra che nella scorsa primavera ha portato alla vittoria di Giovanni Toti. Alcuni dei parlamentari più vicini a Matteo Renzi non hanno dubbi, la discussione sollevata da Stefano Fassina risponde ad una logica precisa, peraltro già attuata in città come Bologna o Torino: cercare di usare le prossime comunali per mettere in difficoltà il Pd. “Ma – è la chiosa – lo dovranno spiegare agli elettori che, anziché occuparci delle città, si preferisce perdere per seguire una logica di politica nazionale”. Renzi e i suoi, per ora, provano a vedere quante truppe ci sono davvero dietro al nuovo soggetto nato a sinistra del Pd. E, soprattutto, si prova a lavorare di diplomazia con quelle figure, da Giuliano Pisapia a Massimo Zedda, che potrebbero aprire una breccia nella strategia di Sinistra italiana: “A Milano – ragiona ancora la fonte renziana – Pisapia ha chiarito che non è d’accordo con questo nuovo progetto e, del resto, le primarie che abbiamo indetto sono state convocate da una coalizione che comprende appunto Pisapia, il movimento ‘arancione’, un pezzo di Sel. Anche a Torino, non tutta Sel ha sostenuto la candidatura di Airaudo contro Piero Fassino, e lo stesso a Bologna. Per non parlare di Zedda a Cagliari…”.

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Proprio l’esperienza ligure insegna: se in quell’occasione le primarie furono la scintilla che provocò l’uscita di Sergio Cofferati, in questo caso le consultazioni dovranno essere preparate con cura proprio per disinnescare in anticipo potenziali bombe politiche. A Milano la benedizione di Pisapia alle primarie deve servire proprio ad evitare operazioni di rottura come quella che avviò Cofferati in Liguria: il coinvolgimento del sindaco uscente è fondamentale per arginare mosse intorno al nome di Pierfrancesco Majorino, non a caso pubblicamente elogiato oggi da Stefano Fassina. Per questo, almeno a Milano, le primarie per il Pd adesso sembrano la via d’uscita migliore, anche se restano le perplessità del diretto interessato Sala. Sarebbe un errore, ragionano ai vertici del Pd, non tendere la mano a quella parte del mondo che si muove a sinistra del Pd e che non apprezza la linea del “dagli a Renzi” illustrata in queste ore proprio da Fassina.

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