Inchiesta Anas, la ‘Dama nera’ svuota il sacco: non c’è imprenditore che non pagava

Inchiesta Anas, la ‘Dama nera’ svuota il sacco: non c’è imprenditore che non pagava
11 novembre 2015

Quei “70mila euro trovati a casa di mia madre sono quelli avuti da De Grossi per la gara di Potenza, relativi alla gara di Tecnis. Non c’è un imprenditore che non possa dire che non ha pagato per avere l’aggiudicazione di una gara. Gli esposti anonimi che mi sono stati sequestrati sono stati scritti dall’ingegner (…) Anche io li ho scritti a mano. Io gli ho dato un supporto sulle notizie che lui mi chiedeva”. Svuota il sacco Antonella Accroglianò nel corso dell’interrogatorio del 3 novembre scorso, reso agli inquirenti della Procura di Roma. Lei dirigente dell’Anas è la cosiddetta ‘Dama nera’ dell’azienda pubblica per la gestione delle strade, e ammette rispetto agli altri soggetti chiamati in causa dall’inchiesta: “Non sono a conoscenza se ci sono stati passaggi di denaro tra lui (Meduri) e gli imprenditori di Tecnis, ma lui otteneva dei favori in cambio della sua assidua presenza in Anas, infatti aveva ottenuto la assunzione della nuora nella società Quadrilatero, società partecipata di Anas. Io non ho assistito a consegne di denaro dalla Tecnis, ma so che Meduri aveva procurato un incontro a Costanzo con il ministro Del Rio a Palermo e so che si sono incontrati a Palermo. Io ho ricevuto pagamenti da altri imprenditori”.  Oltre alla Accroglianò il 22 ottobre scorso sono state arrestate 9 persone, e cinque sono finite in carcere. Tra loro anche l’ex sottosegretario alle infrastrutture Luigi Meduri, i funzionari dell’Anas, Giovanni Parlato e Oreste De Grossi, e i manager Antonino Ferrante e Sergio Lagrotteria.

La Accroglianò ha “ammesso gli addebiti” per i fatti indicati nell’ordinanza cautelare e sottolineato: “Non avevo nessuna capacità decisionale. Nel mio ufficio si redigevano provvedimenti amministrativi, provvedimenti di supporto, ma mai provvedimenti autorizzativi perché non era quello il mio ruolo. Io predisponevo documenti, sotto il profilo amministrativo. Per quanto riguarda i miei rapporti con Concetto Bosco e Domenico Costanzo, voglio precisare che la Tecnis spa ha avuto appalti molto rilevanti, sicuramente superiori ai cento milioni di euro. Il Gruppo Tecnis ha vinto molte gare, con ribassi tante volte pilotati e indotti. Io trattavo con diverse persone di Tecnis, ma le decisioni venivano prese da Mimmo Costanzo, mentre l’esecutore era Concetto Bosco”. La sensazione di chi indaga è che le verifiche della Gdf siano destinate ad allargarsi. La Accroglianò, riguardo alla Tecnis, ha chiarito: “Loro avevano relazioni importanti in Anas, con i vertici. La vicenda della Variante di Morbegno dimostra una condivisione con i vertici tecnici di Anas. Io non potevo dare l’appoggio a Tecnis per la variante di Morbegno perché potevo solo redigere e predisporre per la firma alle varie funzioni, io preparavo le ‘prese d’atto’, io le mandavo all’ufficio legale per la condivisione, e poi scendevano per le firme sino ad arrivare al dottor Ciucci. Io so che Tecnis è stata supportata anche dall’onorevole Meduri e la Tecnis era molto introdotta in Anas. I soldi di cui si parla nelle telefonate con De Grossi erano per una gara di Potenza, dove De Grossi era il presidente di commissione, gara effettuata a fine dicembre 2014; erano lavori stradali per importi di circa 15 milioni di euro”.

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Rispetto alle intercettazioni ambientali dice: “La gara fu aggiudicata a Tecnis. Secondo me i soldi servivano perché De Grossi ‘sistemasse i numeri’ per fargli vincere la gara. Con la frase ‘sistemasse i numeri’ intendo dire che si cercava di far coincidere i dati con i requisiti necessari per l’aggiudicazione. De Grossi ha trattato con Bosco. Costanzo non ne ha parlato con me e non mi ha neppure portato i soldi direttamente. De Grossi aveva pattuito con Bosco 150mila euro, De Grossi ne ha avuti 97mila e li abbiamo divisi a meta’ io e De Grossi. Credo che De Grossi abbia regalato circa 5mila euro a Parlato. Anche Parlato era in commissione dove De Grossi era presidente. Io non ho preso soldi per la Variante di Morbegno, non so se qualcun altro ha preso soldi”. Insomma “io ho conosciuto l’onorevole Meduri circa una decina di anni fa, andai a salutarlo quando era sottosegretario del ministro Di Pietro, poi non l’ho più rivisto per anni. Anche la conoscenza tra Meduri e Ciucci risale a quegli anni. Un po’ perché eravamo entrambi calabresi Meduri si è appoggiato a me. Preciso però che io non ho mai incontrato imprenditori con Meduri, e con lui non abbiamo mai parlato di soldi. Lui forse incontrava i rappresentanti di Tecnis per suo conto, ma mai con me. Non risponde al vero quello che io ho detto a De Grossi che Meduri sarebbe intervenuto presso Tecnis. Meduri non ha mai saputo che vi erano dazioni di denaro tra me e Tecnis. Il punto di riferimento di Meduri all’Anas era Ciucci. Non ero io. Meduri incontrava Ciucci, non so dire con che frequenza”.

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