Renzi: vittoria netta M5s, voto ha anche valenza nazionale. E minoranza Pd attacca: convocare congresso

Renzi: vittoria netta M5s, voto ha anche valenza nazionale. E minoranza Pd attacca: convocare congresso
20 giugno 2016

di Giuseppe Novelli

Matteo-OrfiniIl giorno dopo la storica vittoria del Movimento 5 Stelle nelle comunali a Roma e Torino il premier Matteo Renzi ammette che si tratta di una vittoria dell’M5S. “Confermiamo che si tratta di un voto che ha ragioni di forte valenza territoriale, ma c’è una grande valenza nazionale” ha detto il premier, in conferenza stampa a Palazzo Chigi “Il fatto che c’è una vittoria in quasi tutti i comuni in cui i M5s stavano, una vittoria molto netta e indiscutibile che va chiamata con il suo nome”. “Non è un voto di protesta ma un voto di cambiamento” ha detto ancora Renzi, annunciando che sui ballottaggi ci sarà una “analisi politica che vedrà ampia e articolata discussione in sede di direzione del Pd”, convocata per venerdì 24. Intanto, la minoranza Pd parte all’attacco per la sconfitta delle amministrative. Prima Roberto Speranza, poi Gianni Cuperlo hanno chiarito che “bisogna cambiare rotta” e che la Direzione di venerdì dovrà essere la prima occasione per cominciare a riflettere sul messaggio che arriva dalle urne. Frattanto, il presidente del Pd, nonchè commissario romano, Matteo Orfini (foto), conferma la necessità di convocare il congresso a ottobre e non nasconde tutti i limiti e le colpe che hanno portato il “partito di mafia capitale” alla sconfitta.

“I numeri sono come pietre: il risultato è oggettivamente non buono per il Pd e dà un segnale molto chiaro a Renzi, al governo, a tutto il Pd, questo è un problema vero e bisogna capire le ragioni di questo voto”, ha detto il leader della minoranza dem che ha convocato una riunione di tutte le componenti di ‘opposizione’ a Renzi per un’assemblea giovedì al Nazareno, prima della Direzione di venerdì. Speranza chiede “con forza un cambiamento di rotta: non si può far finta di nulla, guai a mettere la testa sotto la sabbia”. “Non mi convince l’idea che si perde perché non si è spinta la rottamazione fino in fondo. Non mi convince l’idea che si vince solamente con volti ‘giovani e belli’ e che la battaglia politica possa ridursi a un fattore biografico o estetico”, dice Cuperlo, secondo il quale il problema non è il doppio incarico di Renzi: “Non mi convince la sicurezza che porta alcuni a chiedere come primo atto la distinzione tra la carica di segretario e quelladi premier”.

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Piuttosto serve “una correzione seria della rotta che per me significa una svolta culturale, politica, dell’identità di un centrosinistra di governo”. Il segretario-premier non ha ancora commentato ma entro la giornata sicuramente farà sentire la sua. L’unico a chiarire la posizione della dirigenza dem è stato il vicesegretario Lorenzo Guerini che ha chiarito: “la sconfitta del Pd a Roma e a Torino e in altri comuni “non avrà conseguenze sul governo”, pur ammettendo che “non è un turno amministrativo che ci vede soddisfatti” soprattutto “il risultato non in linea con le previsioni della vigilia è quello di Torino. E’ una sconfitta che ci lascia molto delusi”, ha detto in un’intervista. Il presidente del Pd invece è stato più duro e ha ribadito la necessità “di convocare il congresso entro ottobre, questo prevedono le nostre regole. E questo accadrà. Quella sarà la sede in cui faremo le scelte, ma è ovvio che abbiamo bisogno di discutere, da subito”. “Dopo un risultato come quello di Roma credo che solo una cosa non si possa fare: discutere per finta – ha sottolineato Orfini -. Abbiamo il dovere della sincerità. Che significa riconoscere gli errori, ma anche ricostruire i fatti con precisione per evitare di sbagliare ancora. E vale per tutti, prima di tutto per me”.

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