Il ritorno dei Litfiba: la nostra “Eutòpia” fra rabbia e speranza

Il ritorno dei Litfiba: la nostra “Eutòpia” fra rabbia e speranza
14 novembre 2016

Un disco di rabbia e speranza, in cui irrompe con forza il presente. I Litfiba tornano dopo 4 anni con un nuovo album di inediti “Eutòpia”, 10 brani, più due strumentali nella versione in vinile, che parlano della rabbia per un mondo “pieno di insidie” e della speranza per un futuro “pieno di possibilità giuste per tutti”, dice Piero Pelù. “Eutòpia è l’isola che c’è, per chi crede e non si arrende mai e quindi c’è un po’ racchiuso il succo della canzone e dell’album omonimo è un progetto che esiste, non un’utopia, l’utopia di Tommaso Moro parlava di un’isola che non esisteva e invece noi parliamo di quello che realmente già esiste, le democrazie scandinave, Pepe Mujica in Uruguay”.

L’album è radicato nel presente con canzoni come “In nome di Dio”, ispirato alla tragedia del Bataclan, il singolo “L’impossibile”, una “lettera ai potenti della Terra, padroni della banche e della guerra” recita il testo. Tutto raccontato attraverso le sonorità rock che hanno fatto la storia dei Litfiba, e risuonano in canzoni nate nel più tradizionale dei modi: voce e chitarra acustica, spiega Ghigo Renzulli. “Noi abbiamo deciso di comporre così, in maniera semplice e istintiva con un occhio di riguardo all’armonia del brano e siamo molto soddisfatti di questo modo di lavorare”.

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