Romania, presidente rifiuta di incaricare una premier musulmana. Verso crisi di governo

Romania, presidente rifiuta di incaricare una premier musulmana. Verso crisi di governo
27 dicembre 2016

Sevil Shhaideh non può diventare premier: il ‘no’ del presidente romeno Klaus Iohannis alla proposta di incaricare della formazione del nuovo governo la 52enne esponente della minoranza tatara, musulmana, è destinata a scatenare polemiche e forse una seria crisi politica. “Ho analizzato accuratamente le motivazioni a favore e contrarie e ho deciso di non accettare questa proposta”, ha dichiarato Iohannis, annunciando la sua bocciatura e chiedendo al Partito social-democratico (Psd) di fare un altro nome. Il PSD, che l’11 dicembre ha vinto le legislative, però, aveva messo in chiaro che non avrebbe accettato un veto dal capo dello Stato, di centro-destra.

Già il leader del partito, Liviu Dragnea, aveva rinunciato a reclamare il mandato, in quanto ineleggibile a carica pubblica a causa di una condanna a due anni di carcere (con condizionale) per frode elettorale. Proprio Dragnea ha proposto la settimana scorsa. Laureata in informatica, la cinquantaduenne che sarebbe potuta diventare la prima donna musulmana alla guida di un governo dell’Unione europea in realtà era de facto sconosciuta al grande pubblico in Romania sino a quando proprio Dragnea ha fatto il suo nome, la settimana scorsa. Shhaideh (foto) era stata ministro dello Sviluppo per soli cinque mesi nel 2015. Ma l’opposizione negli ultimi giorni aveva detto di temere che Shhaideh potesse essere manipolata da Dragnea, che tra l’altro è stato suo testimone alle nozze con un uomo d’affari siriano che nel 2015 ha ottenuto la cittadinanza romena. Proprio il ‘dossier’ siriano è stato sollevato in modo polemico contro l’incarico a Shhaideh, che avrebbe più volte dichiarato il proprio sostegno al presidente Bashar al Assad e al partito Hezbollah libanese: “non vedo come potrebbe ottenere l’autorizzazione per l’accesso a informazioni segrete a livello di Difesa, in particolare soggette a disposizioni Nato”, ha detto l’ex ministro della Giustizia Catalin Predoiu.

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