Seggi aperti per le Presidenziali: scontata riconferma Maduro. Usa: elezioni illegittime

Seggi aperti per le Presidenziali: scontata riconferma Maduro. Usa: elezioni illegittime
20 maggio 2018

Seggi aperti in Venezuela per le elezioni presidenziali, boicottate dall’opposizione e dove il presidente uscente Nicolas Maduro – secondo tutte le previsioni – dovrebbe ottenere una comoda riconferma. Maduro, considerato l’erede politico di Hugo Chavez, dovrebbe facilmente avere la meglio su Henri Falcon, un ex ufficiale dell’esercito che non è riuscito a ottenere l’endorsement dei principali leader dell’opposizione, e del candidato (pastore evangelico) Javier Bertucci. I seggi, aperti dalle 6 del mattino (le 12 italiane), chiuderanno alle 18 (mezzanotte in Italia). Sono poco più di 20 milioni gli elettori chiamati ad esprimere la loro preferenza. Il capo di Stato uscente è il grande favorito per la vittoria finale, nonostante il 75% dei suoi connazionali disapprovi la sua gestione del potere, che ha creato una profonda crisi nel Paese, penuria di cibo, acqua, medicine, elettricità e trasporti, assieme ad un aumento consistente dell’insicurezza e del costo della vita. Nei suoi ultimi comizi Maduro ha chiesto ai propri elettori di superare la soglia simbolica dei dieci milioni di voti, obbiettivo che – al di là delle possibili alchimie ministeriali – non appare facile da raggiungere tenendo conto della profonda crisi economica che le nuove sanzioni dall’estero non farebbero che aggravare.

Gli analisti: “La gente ha perso fiducia nella protesta e nel voto”

Maduro ha insistito sul fatto che i problemi economici verranno progressivamente risolti e che nel prossimo giugno il Venezuela ricorrerà ad una non meglio specificata “conversione monetaria per garantire la stabilità del Paese”. La vittoria alle urne darebbe a Maduro la possibilità di sciogliere l’Assemblea Nazionale, dominata dall’opposizione, dopo averla di fatto esautorata grazie a un’Assemblea Costituente la cui legittimità non è tuttavia stata riconosciuta dalla Comunità internazionale. E intanto, “la gente ha perso fiducia nella protesta e nel voto. La tragedia è che i venezuelani si sentono persi e senza speranza. Siamo nel peggiore momento della crisi”, ha stimato l’analista Juan Manuel Raffalli. Quanto alle sanzioni, gli Stati Uniti hanno già vietato l’acquisto di buoni venezuelani, di Stato oppure emessi dall’ente petrolifero Pdvsa, oltre a proibire l’utilizzo della criptomoneta lanciata da Caracas, il Petro; la vittoria di Maduro probabilmente spingerà Washington – nonché la maggioranza degli altri Stati americani e l’Ue – a inasprire i propri provvedimenti, anche se un embargo petrolifero al momento non sarebbe in vista. Oltre all’opposizione interna e agli Stati Uniti, infine, anche l’Unione europea e il gruppo di Lima, un’alleanza di 14 Paesi americani e dei Caraibi, che denuncia la radicalizzazione del governo di Caracas, si sono pronunciati contro il voto che non considerano democratico né libero, né trasparente, accusando Maduro di minare la democrazia.

La denuncia degli Usa: elezioni illegittime

In particolare, proprio gli Stati Uniti hanno duramente denunciato la totale assenza di legittimità delle elezioni presidenziali in Venezuela. “Le cosiddette elezioni che si svolgono oggi in Venezuela non sono legittime”, ha scritto su Twitter la portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Nauert. “Gli Stati Uniti sono al fianco dei Paesi democratici in tutto il mondo che sostengono i venezuelani e il loro diritto a eleggere rappresentanti nel corso di elezioni libere ed eque”, ha aggiunto. Washington aveva invano lanciato un appello al presidente del Venezuela a sospendere queste elezioni. Il Tesoro americano ha inoltre annunciato di aver preso sanzioni contro una ventina di aziende, sedici delle quali con sede in Venezuela, e contro tre individui tra i quali un ex direttore dei servizi segreti finanziari venezuelani. “E’ un giorno storico in cui la famiglia venezuelana festeggia la liberta’ di espressione e di voto e la sovranita’ del nostro Paese – ha detto Maduro che ha votato tra i primi nella scuola magistrale Antonio Caras di Caracas”. Maduro ha auspicato una larga partecipazione “delle famiglie in uno spirito cristiano e chavista”, e ha criticato “la campagna feroce da parte dell’America di Donald Trump”, affermando: “Non siamo una colonia, il presidente e il governo qui li sceglie l’unico soggetto autorizzato a farlo: il popolo”. Maduro ha auspicato per il dopo elezioni un governo di riconciliazione nazionale. “La causa di Porto Rico e’ nel mio cuore”, ha poi detto Maduro, rispondendo a un giornalista portoricano.

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