Sfida Pd-M5S su abolizione vitalizi: pdl Richetti o delibera?

Sfida Pd-M5S su abolizione vitalizi: pdl Richetti o delibera?
Matteo Richetti
18 luglio 2017

E’ una corsa a chi raggiunge prima il traguardo, ovvero l’abolizione dei vitalizi degli ex parlamentari e l’omologazione delle pensioni di deputati e senatori a quelle di tutti i dipendenti pubblici. A contendersi il ‘primato’ sono Pd e Movimento 5 Stelle che, ormai da mesi, si sfidano a suon di accuse e proposte. La competizione e’ rientrata nel vivo nelle ultime ore, e dem e pentastellati tornano a darsele di santa ragione, ciascuno rivendicando la paternita’ della prima proposta sui vitalizi. Che, per la verita’, sono gia’ stati aboliti, ovvero non vengono piu’ erogati per il futuro. Ma il problema e’ che gli ex parlamentari continuano a percepirli. E li percepiscono anche se hanno ricoperto l’incarico per pochi mesi. A riaccendere i riflettori sulla questione sono stati ieri i 5 Stelle. Subito il Pd ha rilanciato: a breve faremo una nostra proposta che sara’ quella definitiva. I dem, del resto, non ci stanno a farsi ‘scippare’ dai grillini la bandiera dello stop ai vitalizi e, raccontano fonti autorevoli del partito, e’ stato lo stesso segretario a chiedere ai suoi in Parlamento di giocare d’anticipo e avanzare una proposta complessiva direttamente in ufficio di presidenza della Camera, bypassando l’Aula – dove e’ in stand by la proposta di legge a firma Matteo Richetti (foto), ‘congelata’ in attesa della relazione tecnica della Ragioneria sulle coperture – e coinvolgendo anche il Senato, per arrivare a una soluzione che fosse al riparo da rischi di incostituzionalita’.

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Ma oggi i 5 Stelle hanno nuovamente spinto sull’acceleratore e hanno rivisto e corretto il testo Richetti, trasformandolo in una richiesta di delibera depositata in ufficio di Presidenza di Montecitorio. Il Pd, almeno ufficialmente, non si scompone e anzi rivendica di essere stato lui il promotore dell’iniziativa dei pentastellati: gli abbiamo fatto capire, viene spiegato, che facevamo sul serio e che avremmo forzato anche senza la relazione tecnica della Ragioneria e allora ecco che arrabattano una loro proposta. In realta’, e’ la rivendicazione dem, “loro fanno solo chiacchiere, noi facciamo sul serio”. Raccontano sempre che Renzi non voglia sentir ragione: non possiamo regalare questa battaglia ai 5 Stelle, sarebbe il refrain di queste ore. E il Pd, alla Camera, si mostra determinato, nonostante i mal di pancia al suo interno. Il testo Richetti, infatti, non ha riscontrato il favore di tutti i dem, e anche tra le forze di maggioranza si sono registrate alcune reticenze. Ma il capogruppo Ettore Rosato non tentenna, anzi rilancia: “L’obiettivo del Pd e’ risolvere definitivamente il problema” dei vitalizi, scandisce. E poi ribadisce: la “via maestra e’ risolvere in maniera definitiva il problema”, ricordando che in Aula gia’ questa settimana c’e’ la proposta Richetti. Sull’opzione proposta di legge, pero’, potrebbero giocare a sfavore i tempi stretti delle ultime settimane di lavori pre-ferie estive. Vero e’, viene ancora spiegato dal Pd, che “se si vuole, in due giorni si approva la legge”, ma poi ci sarebbe da superare la prova Senato, dove i numeri della maggioranza non fanno stare cosi’ tranquilli.

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E comunque se ne riparlerebbe in autunno. La strada della delibera in Ufficio di presidenza, invece, sarebbe piu’ veloce, ma il terreno e’ scivoloso, in quanto bisogna muoversi col fioretto e col codice alla mano, il rischio incostituzionalita’ e’ alto, in quanto si tratta di diritti acquisiti che non possono essere aboliti tout court. La strada, infatti, scelta dalla pdl Richetti e’ di trasformare i vitalizi in essere. Nel merito, il testo targato Pd, e sul quale i 5 Stelle avevano garantito i voti, prevede, infatti, “l’abolizione degli assegni vitalizi e di ogni tipo di trattamento pensionistico dei parlamentari, comunque denominato, e l’introduzione di un trattamento previdenziale esattamente allineato a quello vigente per i lavoratori dipendenti”, spiega lo stesso Richetti nell’introduzione al testo della pdl. Per quanto riguarda l’ambito di applicazione, “la legge si applica a tutti gli eletti: a quelli in carica alla data di entrata in vigore della legge, a quelli eletti successivamente e agli ex parlamentari”. In sostanza, “il nuovo regime previdenziale si conformerebbe alla normativa vigente in materia, a partire dalla legge Dini in poi, in modo da ancorare le pensioni degli eletti a quelle di tutti i lavoratori”. Altro paletto, per il Pd, qualora si scegliesse la strada della delibera in Parlamento, e’ che si lavori di pari passo alla Camera e al Senato, altrimenti non servirebbe a nulla. E su questo sono al lavoro i vertici dem a palazzo Madama. Insomma, potrebbe essere questa la strada maestra, soprattutto quella piu’ veloce. Ma fonti parlamentari Pd insistono sulla necessita’ di approvare una legge organica, il testo Richetti appunto. E non escludono che nelle prossime ore il Pd chieda ufficialmente che l’Aula della Camera se ne occupi con priorita’.

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