Sicilia, via libera alla manovra da 339 milioni: priorità a siccità, sanità e sostegno ai Comuni

La regione guidata da Renato Schifani vara una manovra bisognosa di rispondere a emergenze che minacciano la stabilità dell’Isola. Tra dissesti idrici, rifiuti insostenibili e liste d’attesa sanitarie infinite, il governo si trova di fronte a una partita cruciale tra istituzioni sotto pressione e cittadinanza esasperata.

Renato Schifani

La Sicilia del presidente Renato Schifani mette in campo una manovra finanziaria da 339 milioni di euro per il 2025, destinata a fronteggiare alcune delle emergenze più pressanti dell’Isola. Approvata in tempi record dall’Assemblea regionale siciliana, la manovra riflette strategia di intervento articolata su più fronti: dalla crisi idrica alle difficoltà degli enti locali, fino al sistema sanitario e ai programmi di inclusione sociale.

Fronte siccità

Il dato più significativo riguarda la risposta all’allarme siccità, emergenza aggravata dalla scarsità di precipitazioni negli ultimi anni. Le risorse stanziate ammontano a 11 milioni per la protezione civile, 32 milioni per garantire il pieno funzionamento dei dissalatori di Trapani, Gela e Porto Empedocle, e 6,2 milioni per nuovi progetti di intervento sulle dighe. Un piano di difesa idrica che punta a mettere al riparo la popolazione siciliana da eventi calamitosi sempre più frequenti e drammatici.

Supporto agli enti locali 

Parallelamente, i Comuni ricevono un supporto consistente per il caro rifiuti: 45 milioni, con un incentivo premiante di 25 milioni destinati a chi raggiunge il 60% di raccolta differenziata. La sicurezza urbana e la mobilità scolastica vedono l’assegnazione di ulteriori 15 milioni per la videosorveglianza e 8 milioni per nuovi scuolabus. La manutenzione del territorio non è trascurata, con 55 milioni di euro che saranno destinati alla riqualificazione delle strade provinciali e 5 milioni per migliorie nelle scuole pubbliche.

Impegno sociale e sanità

Sul fronte sociale, rifinanziata la linea B della legge sulla povertà con 3 milioni per enti di accoglienza degli indigenti; incrementato di 10 milioni il fondo per le persone con disabilità. Infine, la sanità assume un ruolo strategico con un investimento triennale di oltre 66 milioni volto a ridurre le liste di attesa e migliorare l’accessibilità dei servizi sanitari.

Reazioni 

La manovra, resa possibile dall’incremento di circa 500 milioni nelle entrate regionali, è stata accolta con favore da Schifani, che ha sottolineato come “con senso di responsabilità le risorse sono state immediatamente immesse nell’economia locale per sostenere crescita e rispondere ai bisogni dei cittadini”. Un plauso è arrivato anche dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e dal presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno, che hanno evidenziato la rapidità dei lavori parlamentari e la gestione rigorosa, nonostante tentativi di ostruzionismo da parte delle opposizioni.

Restano però aperte diverse riflessioni. La conferma di un piano ambizioso in tempi così brevi è un segnale positivo, ma la sfida sarà ora tradurre le risorse in risultati tangibili e duraturi. L’emergenza idrica, simbolo di una crisi climatica e di governance, richiederà strategie integrate e investimenti a lungo termine. Il sostegno ai Comuni e alle fasce più fragili apre il dibattito su efficacia e monitoraggio della spesa pubblica, mentre la riforma della sanità regionale si conferma un banco di prova cruciale per la qualità della vita in Sicilia. Una manovra tra risposte immediate e incognite future, in un’isola che prova a misurarsi con il peso delle emergenze senza perdere di vista il rilancio strutturale.