Slavina sulla Marmolada, Draghi: la causa nei danni all’ambiente

Slavina sulla Marmolada, Draghi: la causa nei danni all’ambiente
Mario Draghi
5 luglio 2022

Non c’è solo l’imprevedibilità di un evento a pesare nella tragedia sulla Marmolada, sulle vittime, i feriti e le persone ancora disperse. Come ha detto lo stesso Mario Draghi nel luogo della tragedia, all’origine del dramma ci sono anche i cambiamenti climatici, “il deterioramento dell’ambiente”, cioè la mano dell’uomo. “Sono qui a Canazei per rendermi conto di persona di quello che è successo. Abbiamo fatto un punto tecnico operativo con coloro che hanno collaborato alle operazioni. Sono qui per esprimere la più sincera, affettuosa e accorata vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti”.

Il presidente del Consiglio ha parlato dalla località turistica nelle Dolomiti, rimarcando che “oggi l’Italia piange queste vittime e si sta stringendo a loro con affetto, ma il Governo deve riflettere su quanto accaduto e deve prendere dei provvedimenti perché quanto è accaduto abbia una probabilità bassissima di succedere o possa addirittura essere evitato”. Le difficoltà legate alle condizioni meteo non hanno consentito all’elicottero sul quale viaggiava Draghi di atterrare a Canazei. E così l’elicottero è rientrato a Verona e il premier ha poi raggiunto Canazei in auto assieme al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio per fare il punto su soccorsi e sviluppi.

Bilancio delle vittime

È di sette vittime (di cui tre identificate) il bilancio provvisorio della tragedia che ha interessato il ghiacciaio della Marmolada nel pomeriggio di domenica. Ed ecco i tre alpinisti che hanno perso la vita e sono stati identificati: Filippo Bari, 27 anni, viveva a Malo con la compagna e lavorava in una ferramenta di Isola Vicentina. Anche Paolo Dani, 52 anni, di Valdagno, non ce l’ha fatta. Era un’esperta guida alpina: era solito accompagnava gli escursionisti fino a Punta Penia per la via normale. Identificato anche il corpo senza vita di Tommaso Carollo, 48 anni, originario di Thiene (Vicenza) ma residente a Porcia, Pordenone. Era sulla Marmolada assieme alla fidanzata, rimasta ferita. Di professione manager, Carollo era molto conosciuto nel Vicentino.

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Otto i feriti trasferiti negli ospedali di Trento, Bolzano, Belluno, Feltre e Treviso, di cui 2 in gravi condizioni. Tredici le persone disperse, il cui mancato rientro è stato denunciato dai familiari. Si tratta di “una persona in meno rispetto a quanto comunicato in precedenza, poiché un uomo di nazionalità austriaca è stato rintracciato nelle ultime ore”. Dieci dispersi sono di nazionalità italiana e tre di nazionalità ceca. Le autorità stanno ancora accertando la proprietà di quattro delle 16 auto parcheggiate nei pressi dei sentieri che portano al ghiacciaio: tutte hanno targhe straniere: una tedesca, due ceche e una ungherese.

Il Soccorso alpino e speleologico veneto, ha spiegato che le ricerche sull’area interessata dal distacco sono proseguite con l’impiego di droni e attraverso il sorvolo dell’elicottero di “Trentino Emergenza”, fino all’arrivo di un temporale nella tarda mattinata di ieri. Le ricerche, riprese poi nel pomeriggio, proseguiranno nei prossimi giorni nello stesso modo, poiché il rischio di ulteriori distacchi non permette di garantire l’intervento da terra. Viene confermata la chiusura dell`area con ordinanza del sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, mentre sono in corso le indagini tecniche dei glaciologi della Provincia autonoma di Trento.

“La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa a una velocità di 300 chilometri l’ora” ha fatto sapere Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento, secondo cui “una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un’altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri. Se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell’equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza”. Sempre secondo Fugatti, il materiale che si è staccato è invece esteso su un fronte di due chilometri sulla via normale ad un’altezza di circa 2.800 metri: e questo significa, appunto, che la massa di materiale staccatosi ha percorso almeno 500 metri con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l’ora.

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