La Catalogna convoca il referendum di indipendenza, Madrid vuole impugnare la legge. La Spagna è nel caos

La Catalogna convoca il referendum di indipendenza, Madrid vuole impugnare la legge. La Spagna è nel caos
7 settembre 2017

Si aggrava la crisi politica tra la Catalogna e il governo di Madrid. Il parlamento regionale catalano ha approvato la controversa legge che regola lo svolgimento del referendum di indipendenza, in programma il primo ottobre.  La legge che precisa anche che il popolo catalano è “sovrano”, è stata adottata con 72 voti a favore e 11 astensioni. i deputati dell’opposizione hanno lasciato l’emiciclo per non partecipare al voto. A questo punto, il governo regionale catalano, ha chiesto ai sindaci dei municipi di trasmettere “entro 48 ore” una lista dei locali disponibili per collocarvi le urne. I sindaci dei 948 comuni catalani si trovano quindi di fronte alla necessità di una scelta: se applicare o meno una legge generale contro cui il governo centrale di Madrid ha presentato ricorso, con il rischio di incorre in sanzioni amministrative e penali. Immediata la reazione del governo spagnolo: il premier Mariano Rajoy ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri a partire dalle 13 per impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale e il Tribunale Supremo, che aveva gia’ messo in guardia dal convocare il referendum, ha modificato l’ordine del giorno odierno per studiare subito la risposta del governo. Ma intanto da Barcellona la presidente del Parlamento, Carme Forcadell, ha chiesto la ricusazione dei 12 giudici della Corte costituzionale per “mancanza di imparzialita’” e per essere “una derivazione del governo centrale”. E se la stampa di Madrid parla di “colpo di Stato” e “sequestro della democrazia”, nella notte la Guardia Civil ha eseguito perquisizioni e controlli vicino a Tarragona, nel sud della Catalogna, alla ricerca della tipografia che potrebbe stampare le schede per il referendum considerato “illegale” dal governo.

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La legge e’ una sfida senza precedenti all’autorita’ del potere centrale spagnolo perche’ introduce un “regime giuridico eccezionale” che prevale su “tutte le norme che entreranno in conflitto” con essa. Il voto del Parlamento catalano e’ arrivato a tarda notte, in una regione ancora sotto shock per gli attentati islamisti del 17 e 18 agosto. Dopo un’intensa sessione protrattasi per 11 ore, la legge e’ stata approvato con i voti della maggioranza indipendentista della Camera e 11 astensioni. L’opposizione unionista, che aveva denunciato l’illegittimita’ dell’iniziativa, si e’ allontanata dall’aula al momento del voto, non senza prima aver lasciato sui banchi bandiere della Spagna e della Catalogna insieme. I deputati indipendentisti hanno salutato l’approvazione con un lungo applauso e hanno intonato l’inno regionale. “Il concetto di Stato e unita’ della patria…non ha piu’ futuro nell’Europa democratica di oggi”, ha sentenziato il presidente catalano, l’indipendentista Carles Puigdemont. Se vinceranno, l’obiettivo e’ trasformare una regione che conta 7,5 milioni di abitanti, della grandezza pari al Belgio, in una repubblica separata dal Regno di Spagna. In appena 25 giorni gli indipendentisti devono mettere in piedi tutto il dispositivo elettorale: attraverso le reti sociali, la Generalitat sta gia’ facendo circolare un formulario per presentarsi volontari e lavorare nel referendum (i socialisti catalani hanno fatto subito notare che se “organizzato dai volontari, non e’ un referendum”). A mezzogiorno il premier Rajoy incontrera’ il leader dell’opposizione socialista, Pedro Sanchez, che gli ha assicurato l’appoggio di fronte a quella che ha definito la “sfida secessionista”.

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