Stop all’aranciata senza arancia

Stop all’aranciata senza arancia
6 marzo 2018

Dopo quasi 60 anni storico stop alle aranciate senza arancia. Arriva più frutta nelle bibite grazie all’entrata in vigore del provvedimento che innalza dal 12 al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia. Una battaglia partita otto anni fa dalla cittadina calabrese di Rosarno, la cui agricoltura si basa prevalentemente sugli agrumi. Un risultato “straordinario” per agricoltori e consumatori salutato con una giornata nazionale da Roma a Catania passando per Reggio Calabria con iniziative in piazza per aiutare i cittadini a leggere le nuove etichette. A palazzo Rospigliosi a Roma l’agrume più consumato in Italia è stato festeggiato con una maxispremuta e con succo 100% d’arancia offerto a tutti i partecipanti. Presente alla manifestazione, la Coldiretti nazionale con il presidente Roberto Moncalvo, il presidente della Coldiretti Calabrese, Pietro Santo Molinaro, il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, e il presidente della sezione rosarnese della Coldiretti, Domenico Cannatà. “Sei marzo 2018 a Roma festeggiamo questa prima battaglia vinta, cioè passiamo dal 12 al 20% di succo nelle aranciate. Una battaglia che è partita da Rosarno il 29 dicembre del 2010 – ha dichiarato Molinaro – proprio per dare una possibilità all’agricoltura italiana, non solo quella della Calabria ma anche della Sicilia. Festeggiamo per il nostro Paese perché è un’altra battaglia di civiltà rispetto a una filiera che era troppo sfruttata e penalizzata”. “Oggi – ha proseguito Molinaro – abbiamo un maggiore ritorno economico ma soprattutto possiamo dire da protagonisti, come agricoltori calabresi e italiani, che offriamo ai nostri cittadini la prima bibita al mondo con più del 20% di succo e questa è una grande vittoria e un grande traguardo che adesso ci spinge a pretendere dalle istituzioni e dal prossimo governo nazionale il fatto di avere l’origine obbligatoria di questo succo sull’etichetta per le aranciate, succhi di frutta e marmellate. Queste due vittorie potranno far rilanciare l’agricoltura italiana che ovviamente è uno dei prodotti leader del made in Italy”.

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Una battaglia partita da Rosarno, ha spiegato il presidente della Coldiretti calabrese, “che è stata acquisita da Coldiretti nazionale. Tutto il Paese ha lavorato su questo. L’Italia innalza la percentuale di succo quando nel mondo si fanno le aranciate con meno succo possibile, il 2-3%, quindi è una vittoria doppia, dalla Calabria all’intero paese. E oggi l’interno Paese è leader con questa aranciata”. Il presidente Moncalvo ha, invece, sottolineato come “l’innalzamento della percentuale di succo di frutta nelle bibite va a migliorare concretamente la qualità dell`alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all`obesità in forte aumento”. Infatti, secondo un’analisi della Coldiretti, più di un bambino su tre in Italia consuma tutti i giorni bevande gassate e zuccherate. L`aumento del succo di vera arancia va incontro alle richieste dei consumatori che sono sempre più attenti alla salute e al benessere personale, anche e soprattutto dei più piccoli. Segnale di questa tendenza è comunque la diminuzione dei bambini italiani che bevono bevande gassate passati dal 48% del 2010 al 36% attuale. Adesso, concordano tutti, “il prossimo passo verso la trasparenza è quello di rendere obbligatoria l`indicazione di origine in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande per impedire di spacciare succhi concentrati importati da Paesi lontani come made in Italy”.

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