Stupro a Viterbo, Salvini rilancia la castrazione chimica: “Immediata calendarizzazione”. Di Maio: “Presa in giro”

Stupro a Viterbo, Salvini rilancia la castrazione chimica: “Immediata calendarizzazione”. Di Maio: “Presa in giro”
29 aprile 2019

Matteo Salvini torna a cavalcare la battaglia sulla castrazione chimica per gli stupratori. “Nessuna tolleranza per pedofili e stupratori: la galera non basta, ci vuole anche una cura. Chiamatela castrazione chimica o blocco androgenico, la sostanza e’ che chiederemo l’immediata discussione alla Camera della nostra proposta di legge, ferma da troppo tempo, per intervenire su questi soggetti. Chiunque essi siano, bianchi o neri, giovani o anziani, vanno puniti e curati”, ha detto il ministro dell’Interno, commentando la notizia dell’avvenuto stupro di gruppo a Viterbo, tra cui figurano anche due esponenti di CasaPound, vittima una donna di 36 anni. La misura, tuttavia, non trova d’accordo gli alleati di governo.

“Io non ci sto a prendere in giro i cittadini e le donne che hanno paura della violenza con il tema della castrazione chimica – ha detto il vicepremier Luigi Di Maio da Varsavia . Per come e’ scritta si applicherebbe solo a casi meno gravi e sarebbe volontaria. Io e il M5s andremo avanti a raccontare la verita’: non si possono fare facili slogan come fa Casapound che poi si trova propri consiglieri coinvolti in un caso di violenza di gruppo”. Anche meno di un mese fa, Lega e M5s si sono scontrati duramente in occasione di un emendamento presentato dal partito di via Bellerio al ddl ‘Codice rosso’. Il testo prevedeva la ‘castrazione chimica’ volontaria e reversibile. La proposta di modifica, dopo che i pentastellati erano insorti annunciando che non l’avrebbero mai votata, e’ stata quindi ritirata dai leghisti.

Anche se la spaccatura interna alla maggioranza si e’ ugualmente consumata, ma con effetti meno dirompenti: la Lega ha infatti votato un ordine del giorno proprio a favore della castrazione chimica, mentre i 5 stelle hanno votato contro assieme alle forze di opposizione, bocciando il documento. In occasione del ritiro dell’emendamento leghista al ddl contro la violenza di genere, la ministra Giulia Bongiorno, forte sostenitrice della misura, aveva preannunciato “un nuovo ddl che presenteremo”. Si trattera’, aveva aggiunto, di un “trattamento farmacologico, volontario, reversibile, come gia’ previsto in altri Paesi”. Oggi, pero’, nel riproporre il tema della castrazione chimica, Salvini fa riferimento “a una proposta della Lega ferma da tempo alla Camera”, di cui “chiederemo l’immediata calendarizzazione”. La prima proposta leghista risale al 2014 ed e’ a firma dell’attuale sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. Assegnata alla commissione Giustizia della Camera nel settembre 2014, l’iter parlamentare non e’ mai stato avviato. Ripresentata nell’attuale legislatura, e’ stata assegnata alla commissione Giustizia a giugno del 2018, ma l’esame non e’ ancora stato avviato.

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Identica proposta era stata presentata nella scorsa legislatura anche al Senato, a prima firma dell’attuale ministro Gian Marco Centinaio, allora capogruppo della Lega. La proposta di Molteni si compone di un unico articolo e prevede solo la castrazione farmacologica. L’altra proposta, risalente alla scorsa legislatura, e’ stata presentata al Senato da Roberto Calderoli, e prevede anche la castrazione chirurgica in caso di stupratori recidivi. La pdl Molteni recita: “I condannati alla reclusione per i reati di cui agli articoli 609-bis (violenza sessuale), 609-ter 8aggravante se ai danni di un minore di 14 anni), 609-quater (atti sessuali con minorenne), 609-quinquies (corruzione di minorenne) e 609-sexies del codice penale possono essere sottoposti al trattamento farmacologico di blocco androgenico totale attraverso la somministrazione di farmaci di tipo agonista dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante (LHRH) ovvero di metodi chimici o farmacologici equivalenti”. “Il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale e’ disposto previa valutazione da parte del giudice della pericolosita’ sociale e della personalita’ del reo, nonche’ dei suoi rapporti con la vittima del reato”. Infine, “il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale e’ sempre disposto dal giudice nei seguenti casi di recidiva; qualora i reati siano commessi su minori”.

Nella proposta di legge leghista si dispone inoltre che “il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale e’ inserito in un programma di recupero psicoterapeutico, svolto a cura dell’amministrazione penitenziaria, che a tale fine si avvale dell’ausilio di centri convenzionati, pubblici o privati, che dispongono di professionisti specializzati in psicoterapia e in psichiatria. Nel provvedimento che dispone la sottoposizione al trattamento farmacologico di blocco androgenico totale, il giudice deve indicare il metodo da applicare e la struttura sanitaria pubblica nella quale e’ eseguito il trattamento stesso”. “Chiunque e’ stato riconosciuto colpevole, con sentenza passata in giudicato, dei reati di cui agli articoli 609-bis,609-ter, 609-quater, 609-quinquies e 609-sexies del codice penale, puo’ sempre chiedere di essere ammesso volontariamente al trattamento farmacologico di blocco androgenico totale di cui al presente articolo”.

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L’altra proposta a firma Lega sulla castrazione chimica, ma anche quella chirurgica in caso di recidiva, e’ stata presentata al Senato sempre nella scorsa legislatura da Roberto Calderoli: assegnata alla commissione Giustizia nell’ottobre 2017 ma, anche in questo caso, non e’ mai stato avviato l’esame. Il ddl si compone di due articoli che prvedono “la sottoposizione al trattamento farmacologico di blocco androgenico attraverso la somministrazione di farmaci, quando e’ rilevata la pericolosita’ sociale del reo; la sottoposizione al trattamento di castrazione chirurgica, in caso di recidiva specifica”. E ancora: “Chiunque e’ stato riconosciuto colpevole, con sentenza passata in giudicato, dei reati di cui agli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies, 609-octies e 609-undecies del codice penale puo’ sempre chiedere di essere ammesso volontariamente al trattamento farmacologico di blocco androgenico o al trattamento di castrazione chirurgica di cui al presente articolo”.

LA CASTRAZIONE CHIMICA

Dove è usata La castrazione chimica è prevista nell’ordinamento giuridico di alcuni Stati degli Usa e in diversi Paesi europei. La netta maggioranza dei Paesi come Svezia, Finlandia, Germania, Danimarca, Norvegia, Belgio e Francia ne fa un uso estremamente limitato e subordinato al consenso del condannato, che deve essere informato degli effetti collaterali. Sperimentazioni sono in corso in Portogallo e nel Regno Unito. In Russia e in Polonia la castrazione chimica è obbligatoria per i colpevoli di stupro su minorenni.

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Come funziona È una terapia antagonista del testosterone, l’ormone maschile. Di fatto, tramite la somministrazione di farmaci a base di ormoni (capsule, fiale, iniezioni sottocutanee) viene inibita la produzione e il rilascio in circolo degli ormoni che stimolano i testicoli alla produzione di testosterone. I due principi attivi più utilizzati sono il ciproterone acetato e il medrossiprogesterone acetato (meno costoso, diffuso soprattutto negli Stati Uniti), ma ce ne sono altri come il bicalutamide o gli analoghi LHRH. Oggi riservata o proposta nei confronti di stupratori e pedofili, in passato è stata utilizzata anche per punire l’omosessualità. E’ il caso del noto matematico Alan Turing, che fu castrato chimicamente dopo essere stato condannato nel 1952 da un tribunale inglese per omosessualità. Tale pena si pensa che fu alla base della sua decisione di suicidarsi, due anni dopo.

Effetti collaterali La castrazione chimica non è esente da effetti collaterali. Oltre all’impossibilità di procreare, l’alterazione dell’equilibrio ormonale provoca cambiamenti fisici e psicologici. Aumentano l’adipe sui fianchi, le cosce e le mammelle mentre diminuiscono i peli sul corpo. Proprio a causa dell’aumento del grasso corporeo cresce il rischio di malattie cardiovascolari e diabete. Tra gli effetti anche l’insorgenza di osteoporosi.

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