Telenovela Brexit: May chiede rinvio a 30 giugno, Consiglio Ue ipotizza un anno

5 aprile 2019

La premier britannica Theresa May ha chiesto ufficialmente all’Ue una proroga della Brexit fino al 30 giugno, una richiesta che obbligherebbe il Regno Unito a partecipare all’elezioni europee. Ma adesso di fronte all’impasse e all’evidente caos che regna a Londra, tanto a Downing Street che a Westminster, l’Ue sembra intenzionata a una proroga ben piu’ lunga, addirittura un anno. May ha scritto una lettera al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, per chiedere l’estensione, dal 12 aprile al 30 giugno, dell’applicazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona (che disciplina il ritiro di un Paese dall’Unione), cosi’ da evitare un divorzio senza accordo. Questo rinvio dovrebbe essere approvato all’unanimita’ dai 27 al vertice europeo del 10 aprile.

May sembra dimenticare che ha gia’ chiesto un rinvio al 30 giugno: lo ha fatto al vertice europeo di marzo e il rinvio le era stato negato proprio a causa delle elezioni europee, che si terranno dal 23 al 26 maggio. La premier ha assicurato che sta ancora cercando (e che spera) in un accordo che consenta una Brexit prima delle europee. Ma in realta’ il negoziato con i laburisti sembra sull’orlo del collasso. I colloqui con il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, iniziati mercoledi’ e continuati venerdi’, sembrano in stallo anche perche’ nessuno dei leader ha motivo di sostenere l’altro. Comunque sia, in serata un portavoce laburista ha fatto sapere che “il governo non ha offerto alcun reale cambiamento o un compromesso” che possa ottenere il ‘via libera’ dei deputati. La richiesta di May e’ stata accolta con scetticismo anche dalle controparti europee. In Francia, la presidenza ha giudicato la richiesta “prematura” e ha detto di attendersi un “piano credibile” da Londra al vertice del 10 aprile.

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Il primo ministro olandese Mark Rutte ha dichiarato che la mossa della Gran Bretagna “non risponde” alle domande dell’UE. “Ci sono ancora molte questioni che devono essere chiarite a Londra”, gli ha fatto eco il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas. Di fronte all’ennesima conferma che a Londra, ne’ il governo e neanche il Parlamento, sembrano aver trovato una soluzione al rebus, stavolta e’ l’Ue, che frena: Tusk sarebbe pronto a proporre ai capi di Stato e di governo dell’Ue a 27 di concedere al Regno Unito una proroga lunga ma flessibile, per evitare un’uscita senza accordo. La proroga della Brexit dovrebbe durare un anno, fino al 10 aprile 2020, ma verrebbe interrotta in modo automatico una volta che la Camera dei Comuni sara’ riuscita a approvare e ratificare l’accordo di recesso dall’Ue. Secondo Tusk, questa e’ “l’unica strada ragionevole”.

Il 26% degli elettori britannici boicotterebbe le elezioni europee per protesta contro il rinvio della Brexit: è quanto risulta da un sondaggio dell’emittente satellitare britannica Sky News. Un altro 17% afferma che non avrebbe comunque votato, mentre il 47% degli intervistati ha invece espresso l’intenzione di recarsi alle urne – un dato più elevato dell’effettiva affluenza registratasi nel 2014. Quanto alle elezioni in sé, il 43% degli intervistati sarebbe “arrabbiato” se dovessero effettivamente svolgersi – ovvero se la Brexit venisse prorogata oltre il 22 maggio – mentre il 28% sarebbe invece contento e un 23% non ha espresso un’opinione in merito. Infine, se costretti a scegliere fra un’uscita no-deal, una lunga proroga o l’accordo già negoziato dalla premier Theresa May il risultato sarebbe rispettivamente del 41%, 35% e 16%, con un 9% di indecisi.

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